La facile logica della scontro, la demonizzazione dell'avversario. «Noi» contro «loro»: il giochetto funziona sempre, specie sotto elezioni. E poi lo spettro inesistente del fascismo, agitato dalla sinistra con una puntualità ossessiva, quasi autoconsolatoria.
A pochi giorni dall'avvio della campagna elettorale, il Pd ha rispolverato tutti i propri cavalli di battaglia, lanciando una massiccia comunicazione di propaganda sui social network. Nel mondo virtuale, i dem guidati da Enrico Letta hanno pigiato l'acceleratore sugli slogan con l'intenzione di richiamare all'ovile elettori e simpatizzanti. Obiettivo dichiarato: battere «le destre».
L'operazione condotta sul web, tuttavia, non sta convincendo nemmeno la stessa base del Pd, in ampia parte infastidita dalla scelta di puntare tutto sulla contrapposizione a Berlusconi, Salvini e Meloni. Scorrendo le pagine social dello stesso segretario dem lo si intuisce con una certa nitidezza, vista la pioggia di annotazioni polemiche. A margine di un post nel quale Letta parlava di «Italia tradita» e «difesa» dal Pd, un utente ha ad esempio chiosato: «Onorevole, non può impostare una campagna elettorale su questo. È di una mediocrità e povertà di idee sbalorditiva». Analogo e altrettanto severo il giudizio espresso su Twitter da un altro commentatore, Antonio: «Cambiate linea politica e stile comunicativo. Dite chi siete, cosa volete fare e perché, assumendovene la responsabilità».
E su Facebook non è andata certo meglio. Anzi. «Che campagna elettorale imbarazzante sta portando avanti, caro Letta...», ha sentenziato Matteo, deluso probabilmente da quella comunicazione tutta improntata a mascariare l'avversario politico. Nella bolla virtuale, infatti, a preoccupare la base Pd non sembrano tanto le legittime mosse del campo opposto, quanto l'istinto tafazzista di antica tradizione dem.
In particolare, a destare perplessità è la grande ammucchiata pronta a comporsi per impedire al centrodestra di ottenere la maggioranza assoluta: una «gioiosa macchina da guerra» 2.0 pronta a intruppare Calenda, Renzi, Di Maio e i transfughi di Forza Italia. Al riguardo, categorica l'esternazione social di un elettore, tale Giovanni: «Ma questa ipotetica alleanza la dovrebbe votare una persona di sinistra moderata? Stiamo scherzando, spero». E un'altra utente: «Con l'accozzaglia che state mettendo in piedi non riuscireste comunque a governare. Meglio soli che male accompagnati».
A rendersi ridicolo, poi, ci aveva pensato lo stesso Enrico Letta, che in tv aveva provato a mostrare i muscoli: «Io ho gli occhi di tigre, non ho nessuna
intenzione di perdere». Quella goffa ostentazione di forza, tuttavia, non aveva convinto nemmeno i simpatizzanti dem: troppo azzardato fingersi Rocky Balboa se poi, alla prova del voto, rischi di finire ko come un pugile suonato.
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