Definirlo paradosso è forse troppo poco e non rende del tutto l'idea del «ribaltone» a cui si potrebbe assistere nei prossimi giorni presso il tribunale di Agrigento: dopo la richiesta di archiviazione per Luca Casarini e il comandante Pietro Marrone, le indagini potrebbero mettere sotto inchiesta i finanzieri che hanno sequestrato una nave Ong lo scorso anno: la Mare Jonio.
La vicenda è nata nel marzo del 2019, quando l'imbarcazione dell'Ong Mediterranea Saving Humans si è affacciata a largo di Lampedusa con 49 migranti a bordo. Al timone c'era il capitano Pietro Marrone, capo missione invece era Luca Casarini. Dopo essere arrivata in prossimità delle acque italiane, dal Viminale è stato imposto alla nave il divieto di ingresso a Lampedusa: a volere questa posizione è stato soprattutto l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Nonostante l'alt intimato dalla Guardia di Finanza, la Mare Jonio si è spinta in acque italiane e, in quel momento, è entrata in scena la procura di Agrigento. Sequestrata l'imbarcazione, dagli uffici del tribunale siciliano è partita l'inchiesta nei confronti di Casarini e Marrone. Per i magistrati agrigentini è stato il «battesimo di fuoco»: dopo il caso Mare Jonio, in estate la procura si imbatterà nelle vicende Sea Watch e Open Arms. Sarà proprio la procura guidata da Luigi Patronaggio ad affrontare, tra gli altri, il caso relativo a Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 che a Lampedusa ha forzato il blocco, arrivando a speronare una motovedetta della Finanza. Una vicenda, questa, finita con la scarcerazione della capitana tedesca, decisa a luglio dal Gip Alessandra Vella e confermata dalla Cassazione.
Per quanto riguarda il caso Mare Jonio, invece, nella giornata di martedì è arrivata la richiesta di archiviazione dei pm per Luca Casarini e Pietro Marrone. A distanza di dieci mesi dal via alle indagini, i magistrati hanno ritenuto non meritevoli di giudizio i due indagati per i reati loro contestati: favoreggiamento dell'immigrazione e mancato rispetto di un ordine di una nave militare. Ma la vicenda non dovrebbe finire qui: così come anticipato da Il Fatto Quotidiano, la procura di Agrigento potrebbe indagare sulle Fiamme Gialle. Si potrebbe cioè ribaltare il quadro: i finanzieri dalla cui azione è partita l'indagine rischierebbero di diventare indagati. Questo perché, secondo i magistrati, non c'erano motivazioni per intimare l'alt alla Mare Jonio. Sotto la lente di ingrandimento, in particolare, sono finite alcune intercettazioni in cui i militari avrebbero avvisato la nave Ong del divieto di ingresso sulla base di un ordine dell'autorità giudiziaria.
Tuttavia tale ordine non è mai stato emanato, né l'autorità giudiziaria ha il potere di farlo. Da qui la possibilità di ravvisare un reato nel comportamento dei finanzieri. Un ribaltamento della scena che desterebbe, se confermato, non poco clamore.
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