Ecco il decreto Paesi sicuri. Nordio bacchetta i giudici

Il governo rivede la lista per i rimpatri: gli Stati passano da 22 a 19. E il ministro: "A Roma la sentenza Ue non ben compresa o letta"

Ecco il decreto Paesi sicuri. Nordio bacchetta i giudici
00:00 00:00

Insomma, sintetizzano a Palazzo Chigi, «Tirana tira», c'è «crescente consenso» tra i cittadini sul tentativo del governo di frenare gli sbarchi, e «la difesa dei confini», come dice Giorgia, rappresenta «un principio fondamentale». Quindi avanti tutta, il piano Meloni deve ripartire. Un decreto quindi, e pazienza se all'orizzonte possono, chissà, materializzarsi nuove frizioni con Bruxelles. Un problema che però, secondo Carlo Nordio, non esiste. «La sentenza della Corte di giustizia europea - afferma il guardasigilli - molto complessa e articolata, probabilmente non è stata, lo dico a chiare lettere, ben compresa o ben letta».

Da qui l'idea di oltrepassare la decisione del tribunale di Roma, che «non ha ben letto» e non ha convalidato il trasferimento in Albania dei primi dodici immigrati, trasformando la «norma secondaria» della Farnesina in un decreto, così da stilare una lista definitiva e non interpretabile dai giudici di Paesi sicuri. «Noi vogliamo integrarci nel regolamento europeo, non andare contro», aggiunge il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. In futuro magari si studierà come rendere appellabili le scelte della magistratura. Intanto ecco le «Disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale», questo il provvedimento che adesso andrà al Quirinale per la firma.

Sul punto è in corso da qualche giorno una «interlocuzione informale» tra i palazzi. Il sottosegretario alla presidenza Mantovano ne ha parlato brevemente con Mattarella domenica a margine della messa in Vaticano celebrata dal Papa. E gli uffici giuridici «sono in costante contatto, si sentono sempre». Il Colle vorrebbe comunque restare fuori dalla diatriba tra i partiti e mantenere il profilo di arbitro neutro. La presidenza della Repubblica «è in attesa del testo» dunque ufficialmente non si pronuncia. Tanto più che per tutto il giorno Mattarella è impegnato con la visita dell'emiro del Qatar, culminata in una solenne cena di Stato. Giornata comunque tesa e piena di dubbi. Saltato il pre-Consiglio che deve preparare le carte, slittato di mezz'ora il Consiglio dei ministri fissato per le 18, si fa strada la possibilità di ricorrere a un disegno di legge, per evitare altri possibili intoppi legali. Alla fine, per dare un segnale e non impantanarsi nei tempi lunghi delle Camere, si sceglie la strada del decreto. Il resto si affronterà in seguito. «Ci poniamo in sintonia con gli obbiettivi Ue sui migranti - dice Mantovano - Massimo rispetto per la magistratura, però l'individuazione dei Paesi sicuri spetta al governo». Sullo sfondo l'intenzione della premier di tenere duro. I sondaggi le stanno dando ragione e il Parlamento europeo ha respinto la proposta di Verdi, liberali, Ps e sinistra di aprire un dibattito sulle «conseguenze della sentenza del tribunale di Roma». Due buone notizie per Meloni. «La nostra priorità è combattere chi sfrutta il legittimo desiderio delle persone di trovare condizioni di vita più favorevoli per ingrassare i propri profitti». Per questo, spiega commentando l'operazione in Calabria contro l'immigrazione clandestina, «siamo determinati a smantellare le reti criminali e a debellare il traffico di esseri umani, che alimenta gli interessi degli schiavisti». Dunque si va avanti. «Lavoriamo senza sosta per difendere le nostre frontiere e ristabilire che in Italia si entra soltanto legalmente».

E il Cdm ieri ha approvato una norma che semplifica la destinazione dei beni confiscati alla criminalità ad alloggi per studenti. «Una pagina nuova» dice la ministra Anna Maria Bernini. La conferenza stampa sulla manovra prevista per oggi è stata rinviata per impegni ministro Tajani, impegnato col G7 di Pescara.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica