Ecco l'«usato sicuro» dei repubblicani: Jeb Bush, un nome che è una garanzia

Se Hillary Clinton ha preso la scena durante il week-end, ora tocca a un suo possibile rivale, forse il più credibile da parte repubblicana. Oggi, di ritorno da un viaggio europeo alla corte degli alleati americani, Jeb Bush annuncia a Miami, nello Stato della Florida che ha governato, la sua candidatura alla Casa Bianca.

«Jeb! 2016» è il logo della sua campagna, rivelato nelle scorse ore su Twitter: una scritta rossa dove l'assenza del cognome è il fattore maggiormente degno di nota. Figlio e fratello di due presidenti, Bush ha passato gli ultimi sei mesi preannunciando una campagna, impegnandosi capillarmente nel fund-raising e cercando di rimanere in equilibrio tra la presa di distanze dai suoi due ingombranti parenti - soprattutto George W. - e il tentativo di non essere percepito come un politico disposto a rinnegare la famiglia.

Il viaggio europeo - in Germania, Polonia ed Estonia - aveva come obiettivo quello di consolidare l'immagine di leader internazionale dell'ex governatore della Florida, e la scelta della meta, legata alla questione russa, non è stata casuale: è servita a evitargli il terreno mediorientale e le domande sulla controversa guerra aperta dal fratello e oggi ancora attuale a causa dell'espansione degli estremisti dello Stato islamico nella regione.

In un'intervista andata in onda ieri mattina sulla CNN, Jeb Bush ha detto di sentirsi in una posizione migliore rispetto ai molti altri candidati repubblicani alla Casa Bianca: «Le persone decidono nelle ultime settimane di queste primarie. La mia aspettativa è che avremo un lento ma stabile progresso».

La discesa in campo di Bush arriva dopo che già dieci politici repubblicani hanno annunciato la corsa presidenziale e benché la raccolta di fondi sia stata finora robusta, il New York Times ricorda come il partito repubblicano che affronta oggi Jeb non è più quello dell'era di suo padre e suo fratello: più conservatore, non è compatto come allora nel sostegno del candidato dell' establishment .

E anche se da governatore della Florida Jeb ha adottato misure da manuale conservatore, taglio delle tasse, deregulation, diminuzione dei dipendenti statali, oggi è considerato da alcuni nel partito troppo moderato su temi come l'immigrazione - è favorevole alla regolamentazione di milioni di stranieri illegali - ed educazione pubblica. È anche per meglio affrontare i molti rivali interni - i più pericolosi per lui sono il senatore della Florida Marco Rubio e il governatore del Wisconsin Scott Walker - che Jeb ha nominato da una settimana un nuovo manager per la sua campagna, Danny Diaz.

Nel video uscito in queste ore per anticipare l'annuncio di oggi, Bush solleva i temi della sua discesa in campo e sposta l'attenzione sui «più vulnerabili nella società».

Abitanti della Florida raccontano perché si fidano dell'ex governatore in temi di educazione, occupazione, lotta alle violenza domestiche e sostegno dei disabili.

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