«Quello che veramente ami rimane, il resto è scorie. Quello che veramente ami non ti sarà strappato. Quello che veramente ami è la tua vera eredità». Lo scriveva Ezra Pound. Ce l'ha ricordato ieri la voce dell'ambasciatore Luca Attanasio «resuscitatata» nel mezzo del suo funerale grazie a un vecchio audio che il sindaco e gli amici di Limbiate hanno fatto ascoltare ai presenti. «Viva l'Italia sempre un passo avanti». Quella frase, gioiosa e compiaciuta, pronunciata al termine di un racconto in cui spiega la complessa evacuazione dal Congo di trecento stranieri e connazionali è la vera eredità di Luca Attanasio. E racconta, meglio di qualsiasi discorso, la sua umanità, il suo impegno e l'amore per il proprio paese. Suggellare fatiche e preoccupazioni con un «viva l'Italia» significa mettere i propri sforzi non al servizio dell'ambizione, ma della nazione. Aggiungerci «sempre un passo avanti» ci fa intuire la passione di un uomo consapevole che il suo lavoro non era mero servizio pubblico, ma contributo al prestigio dell'Italia. Un prestigio che in patria qualcuno è sempre pronto a calpestare, e che lui - a 8mila e passa chilometri da casa - faceva di tutto per tener alto e vivo. Anche quando la sua minuscola «casa Italia» relegata nella vastità di un Congo cuore delle tenebre africane poteva apparire remota e inutile. Quel lavoro solitario, e a tratti oscuro, contribuiva invece a motivare ancor più un Luca Attanasio che in quelle tenebre e in quelle vastità sapeva d'essere faro e portabandiera dell'Italia. Altrimenti non avrebbe abbandonato la relativa tranquillità della sua ambasciata per volare dai nostri connazionali di Goma. Non si sarebbe affidato all'inettitudine dell'Onu. Non avrebbe messo in gioco la propria incolumità per andar a vedere come vengono spesi i soldi dei contribuenti impiegati per garantire il pane quotidiano agli alunni della sperduta scuola di Rutshuru. Per questo nessuno potrà strappare Luca al ricordo della sua nazione. Nessuno potrà pensare che le sue ambizioni e i suoi sogni, il suo lavoro e la sua morte siano qualcosa di diverso dal suo amore per la patria.
Perché per dirla con gli alpini è «andato avanti» portando l'Italia nel cuore. Perché quello che faceva ogni santo giorno era quanto più amava. E questa, per dirla con Ezra Pound, resta la sua vera eredità. Regalata a tutti noi.
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