Ecco le mosse di Di Battista per (ri)prendersi il Movimento 5 Stelle

Dibba evoca la scissione dicendo che non si riconosce più nel Movimento 5 Stelle attuale. Ma poi tende la mano al premier: "Non ce l’ho con lui"

Ecco le mosse di Di Battista per (ri)prendersi il Movimento 5 Stelle

C’è aria tesa in casa Movimento 5 Stelle. Oltre alle tensioni continue, per non dire perenni, con il Partito Democratico alleato di governo si aggiungono i dissidi fra i grillini, acuiti delle recentissime uscite di Alessandro Di Battista.

Sì, perché il Dibba è tornato a tuonare, provocando di fatto l’ennesimo terremoto, che scuote pericolosamente la stabilità e il futuro del partito di Beppe Grillo. Sostanzialmente, l’ex deputato M5s ha evocato la scissione dicendo chiaro e tondo di non riconoscersi più nel MoVimento di oggi, perché troppo appiattito sulle posizioni del Pd, perché abbassa la testa in Europa in materia di Mes ed eurobond e perché è troppo coinvolto nella tornata di nomine circa le poltrone delle partecipate dello Stato.

E allora, dietro le quinte, lavora per (ri)prendersi il Movimento 5 Stelle, arrivando a quella leadership mai avuta, perché ricoperta da Luigi Di Maio. Nel mirino dell’ex delfino di Grillo c’è l’ala governista dei "five stars", ma non il presidente del Consiglio: "Ho scritto che Giuseppe Conte è un galantuomo ed è quello che penso", (r)assicura, come scrive Annalisa Cuzzocrea su Repubblica, che fa un retroscena di quelle che sarebbero le manovre dietro le quinte del Dibba, che "nega - in pubblico e in privato - di aver mai voluto mettere nel mirino il presidente del Consiglio. Di volerlo indebolire, far cadere, allontanare dai 5 stelle o da quel che ne rimane, per tornare ai fasti dell'opposizione".

Ma in tutto questo, l’ex capo politico Luigi Di Maio che fa? Sembra che rimanga più spettatore che attore coinvolto, lui che è ministro degli Esteri. Idem l’attuale reggente Vito Crimi, che non ha la forza politica e mediatica per contrapporsi a Di Battista, che può contare su una nutrita schiera di parlamentari delusi dall’attuale MoVimento. Basti pensare, tra i tanti, all’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, a Giulia Grillo e anche a Barbara Lezzi, che negli ultimi mesi hanno più volte chiamato in causa Dibba, invitandolo a tornare a ricoprire un ruolo di primo piano all’interno del partito.

A quanto dice, però, la sua sparata delle scorse ore sui social sarebbe motivata dal nodo Eni e della possibile riconferma come amministratore delegato di Claudio Descalzi: "Il mio unico desiderio è non vedere un imputato per corruzione internazionale di nuovo a capo di Eni". In data 18 aprile, il suo post-petizione su Facebook sulla questione è stato firmato da decine e decine di parlamentari 5 stelle, facendo storcere il naso non solo al Pd, ma soprattutto al premier Conte. Dunque, le rassicurazioni a Palazzo Chigi: le intenzioni di Dibba non sarebbero bellicose, almeno per ora…

Ma nel futuro, prossimo o anteriore, del Movimento 5 Stelle è

fissato l’appuntamento delle resa dei conti degli Stati generali, rimandati dopo l’estate per eleggere la nuova leadership del partito. Che potrebbe rispondere al nome e al cognome di Alessandro Di Battista.

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