Elezioni violente alla Sapienza: interviene la polizia

Nel mirino degli antagonisti i ragazzi di Azione Universitaria: "Fuori i fascisti"

Elezioni violente alla Sapienza: interviene la polizia
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Tornano gli anni '70 dentro l'Università La Sapienza. I collettivi di sinistra, al grido di «Fuori i fascisti», hanno cercato di impedire ai ragazzi di Azione Universitaria di esercitare il loro diritto di manifestare durante le elezioni studentesche e solo l'intervento della polizia ha evitato che accadesse il peggio.

I collettivi, che nei giorni scorsi avevano ferito a sangue un vigilante, sono venuti a contatto con il cordone di agenti della Digos in tenuta antisommossa anche ieri mattina mentre tentavano di boicottare il presidio degli giovani di Azione Universitaria. Nel pomeriggio, poi, gli studenti di Sapienza Antifascista hanno spiegato che il loro tentativo era quello «di opporsi alla presenza di rappresentanze fasciste all'interno dell'università» e in serata, scortati dalla polizia in assetto antisommossa, sono arrivati di fronte alle scale della facoltà di Economia dell'Università in via del Castro Laurenziano. Qui hanno scritto con la vernice rossa su un muro «Sapienza Antifascista, dove sono i camerati?"» e accanto hanno fatto il disegno del gioco dell'impiccato la cui soluzione è «Azione Universitaria». Infine, hanno strappato i manifesti elettorali e imbrattato una vetrina con la vernice rossa e la scritta «Antifa».

Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della ricerca, ha espresso la sua vicinanza per il vigilante ferito alla rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni con cui è rimasta in stretto contatto telefonico per ricevere aggiornamenti. Il ministro ha sentito anche il prefetto di Roma, Lamberto Giannini per ringraziarlo del lavoro che le forze dell'ordine svolgono per garantire la sicurezza a La Sapienza e per chiedergli di essere costantemente aggiornato. «Noi stavamo svolgendo la nostra campagna elettorale quando la sinistra ha deciso che non potevamo essere presenti dentro la cittadella universitaria», racconta Nicola D'Ambrosio, presidente nazionale di Azione Universitaria, che aggiunge: «L'altra sera le forze dell'ordine sono state costrette a scortarci fuori dall'Ateneo per evitare che si arrivasse allo scontro fisico con quelli di Cambiare Rotta e anche oggi il cordone della Digos ci ha protetti». D'Ambrosio respinge qualsiasi accusa di violenze e brogli elettorali denunciati dai collettivi: «Se sono convinti che vi siano state delle irregolarità, possono fare ricorso, ma la verità è che quando sono in difficoltà millantano brogli che non ci sono». Francesco Todde, presidente di Gioventù Nazionale a Roma, invece, attacca: «L'università si trova sotto scacco di questi pochi personaggi rimasti agli anni '70 e, quindi, chiediamo che tutti gli studenti possano candidarsi ed esprimere le proprie idee».

L'attivista di destra, poi, aggiunge: «Anche ieri le forze di polizia hanno dovuto fronteggiare e respingere gli studenti di sinistra che cercavano solo lo scontro fisico, mentre nei giorni scorsi ci sono stati lanci di bottiglie e di sassi proprio nei nostri confronti». Todde si rivolge, quindi, alla rettrice Polimeni affinché sia ristabilito l'ordine in Sapienza: «Chiediamo che venga garantito all'unica lista di destra il diritto di fare politica».

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