Elicottero caduto in verticale. Così è morto l'erede Rovagnati

Pm al lavoro sul velivolo precipitato a 500 metri dal luogo del decollo. Potrebbe aver urtato i cavi dell'alta tensione

Elicottero caduto in verticale. Così è morto l'erede Rovagnati
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Il giorno dopo è sempre il più duro perché oltre alle lacrime, cominciano le domande. E sulle cause della caduta dell'elicottero, inghiottito, due sere fa, nelle nebbie d'Emilia a Castelguelfo, con a bordo l'imprenditore Lorenzo Rovagnati, il comandante Fabio Massa e il copilota Leonardo Italiani, le risposte sono ancora poche. La Procura di Parma ha aperto un'inchiesta: un atto dovuto per capire che cosa abbia costretto quell'Agusta Westland AW109 a invertire la rotta poco dopo il decollo, prima di precipitare in modo verticale sulla direttrice del campo volo privato da cui era partito pochi minuti prima, diretto verso Biassono e l'abitazione brianzola di Lorenzo Rovagnati, che era solito, a metà settimana, trasferirsi in Emilia per controllare le aziende di Felino e Langhirano dove viene prodotto il loro prosciutto crudo. Il velivolo, infatti, è sostanzialmente precipitato a non più di 500 metri di distanza dal punto del decollo, ancora all'interno della tenuta Rovagnati, quel castello medievale fra Noceto e Fidenza che ancora conserva una bella porzione di mura merlate.

Ieri, mentre i vigili del Fuoco mettevano in sicurezza l'area, dopo la fuoriuscita di carburante, sul posto sono arrivati anche gli investigatori di Ansv - autorità investigativa per la sicurezza dell'aviazione: insieme alla Procura hanno esaminato il relitto, chiarendo per esempio che Rovagnati è stato ritrovato ancora all'interno del mezzo, mentre i piloti erano stati sbalzati fuori in quello che deve essere stato uno schianto repentino e violentissimo che ha ridotto la cabina a un ammasso di lamiere. Ai fini dell'inchiesta non saranno, invece, disponibili i dati della scatola nera perché il modello di elicottero «non ne prevede obbligatoriamente l'installazione», come ha spiegato il colonnello Andrea Pagliaro, citando anche l'impegno del Ris di Parma, intervenuti nei rilievi. Errore umano o guasto? La nebbia è una costante nella zona, ma ad una certa quota si diluisce e la notte, due sera fa, era serena sopra il primo orizzonte: forse, proprio nel tentativo di «bucare» la coltre di nebbie, i piloti potrebbero aver perso punti di riferimento. Un'altra ipotesi è che il velivolo possa aver colpito i fili dell'alta tensione.

Massa, 59 anni, originario di La Spezia, viveva in Brianza. Faceva parte della protezione civile locale e aveva lavorato sia a Desio, sia a Limbiate. Chi lo conosce lo ha descritto come una persona scrupolosa e molto competente. Come Leonardo Italiani, 30 anni, pavese, lavorava per l'azienda Hoverfly Divisione Sam srl, con varie sedi operative in Italia e il quartier generale a Pescara.

«L'intera comunità dell'azienda si stringe attorno alle famiglie in questo momento di grande dolore», così una nota dell'azienda Rovagnati. Anche Pizza Aut, realtà con cui Rovagnati collaborava ha espresso il suo cordoglio: «Osserveremo un momento di silenzio e di raccoglimento nei nostri ristoranti per ricordare Lorenzo. A lui e alla sua famiglia vanno le nostre preghiere». «Era un giovane buono, onesto e operoso, amato e stimato da tutti coloro che lo conoscevano», ha aggiunto Luciano Casiraghi, sindaco di Biassono.

Non si da pace Fabio Fecci, sindaco di Noceto: «Lorenzo era innanzitutto un amico, poi un visionario: abbiamo camminato tante volte in questo parco anche con il padre Paolo. Ci conosciamo da 30 anni, hanno fatto tanto per la nostra comunità e avevano tanti progetti e sogni da realizzare che erano anche i nostri», allarga le braccia sconsolate, il viso segnato dal dolore.

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