Natalia Aspesi, Michela Murgia, ora anche Elly Schlein. Manca solo Laura Boldrini. Sono quattro come i cavalieri dell'apocalisse. Solo che loro difendono l'ordofemminismo contro la pericolosa nemesi rappresentata da Giorgia Meloni.
Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e donna ombra di Stefano Bonaccini, ha ottenuto tra le fila del Pd di cui rappresenta l'ala più di sinistra una candidatura alle prossime elezioni politiche praticamente blindata: capolista dei dem nella rossa Bologna. Una decisione presa dal leader del suo partito, Enrico Letta, che sarà anche un uomo ma certamente "illuminato" e privo del peccato originale del cromosoma Y come i cattivoni della destra.
Dall'alto del suo posto sicuro, che la sottrae così da qualsiasi confronto diretto con gli elettori, la futura onorevole Elly Schlein si è portata già avanti e ha lanciato una sfida diretta al leader del partito con più consensi, Fratelli d'Italia: "Un confronto con Giorgia Meloni? Io non avrei problemi, per me anche domattina".
L'idea di questo duello rusticano nasce dall'appello accorato che un gruppo di associazioni per un fronte comune della politica femminile ha lanciato vista la possibilità che la prima donna premier della storia d'Italia possa essere Giorgia Meloni, e non una paladina del femminismo di sinistra. Negli studi di In Onda su La7, Elly Schlein ha detto: "C'è molta differenza fra leadership femminili e leadership femministe. Non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti delle altre donne, a partire da quelli del proprio corpo. Giorgia Meloni guida un partito che relega le donne al ruolo di welfare vivente: questo la rende una leadership inutile per le donne".
Insomma, anche per Elly Schlein o sei Emma Bonino oppure sei un "nemico" al pari di un uomo. Forse peggio, visto che corri il rischio, come nel caso della Meloni, di rovinare col tuo esempio una intera narrazione femminista che considera una donna tale solo se promuove l'aborto tout court, la denatalità e l'abbattimento dell'idea di famiglia. Soprattutto, dimostrando che anche senza i crismi del femminismo radicale sia possibile essere allo stesso tempo donna, mamma, professionista e leader politico di livello nazionale.
Il confronto con Elly Schlein sarà possibile e succulento, solo quando l'astro nascente della politica dem avrà il coraggio di rinunciare ai posti blindati, mettere in discussione la leadership del proprio partito, fondare un
movimento che si confronti con gli elettori sui propri temi (nel suo caso, appunto, l'ordofemminismo), superare il rischio di estinzione politica e raggiungere il 24% dei consensi.Poi sarà una bellissima sfida ad armi pari.
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