
Equalize usava i giornalisti, e i giornalisti usavano Equalize. Nelle carte dell'inchiesta milanese sulla centrale di spionaggio creata da Enrico Pazzali, presidente della Fiera di Milano, emergono stretti rapporti con il mondo dell'informazione. Un rapporto che Pazzali ha d'altronde sempre curato con attenzione: non è un caso che la sala stampa del palazzo di giustizia di Milano, un posto dove i verbali e gli atti giudiziari volano con frequenza, sia stata recentemente ristrutturata con il contributo della Fiera di Milano, per decisione di Pazzali stesso.
Già nella prima ondata di carte depositate dai pm era emerso come Carmine Gallo (foto), il capo operativo di Equalize, concordasse con Pazzali fughe di notizie pilotate per colpire gli avversari: «Lo devo chiedere a coso là, come si chiama.. a Luca Fazzo», propone Gallo. Ma Pazzali non è d'accordo: «No, bisognerebbe segnalarlo a Sigfrido! Però non noi, perché ci vuole un suo collega». Ora si scopre che il passaggio di notizie era metodico, ne parla ai pm il direttore tecnico di Equalize, Samuele Calamucci: «Io più volte ho mandato a Irpi Media (un sito di giornalismo investigativo, ndr) e a Report, a una serie di testate, della documentazione quando c'era qualche illecito da far emergere». Calamucci in una intercettazione va più in là, parlando dell'inserimento di Equalize in un circuito di giornalisti dove circola materiale giudiziario. «Il passaggio ad organi di stampa di ordinanze, informative ecc già in formato word permette al gruppo di essere agevolato nell'indicizzazione delle stesse», scrivono i pm: tutto finiva così nel mega-archivio di Equalize. «Ce li abbiamo noi e la Procura quindi abbiamo l'oro in mano (...) se tu l'hai avuto è legale soprattutto se me lo dà un giornalista e lo dà a un altro giornalista (...) io non sono un giornalista normale ma io e Carmine ci siamo iscritti come pubblicisti». Effettivamente Gallo risulta iscritto all'Ordine dei giornalisti della Lombardia come pubblicista dal 6 luglio 2023. Dei benefici tratti dall'infiltrazione tra i giornalisti Calamucci parla anche nei suoi verbali dicendo di avere ricevuto materiale da Occrp, la piattaforma di reporter premio Pulitzer per i Panama Papers; e in una riunione di Equalize intercettata dai carabinieri rivendica di avere ricevuto tre documenti da un giornalista di un grande quotidiano. Anche questi rapporti secondo la Procura testimoniano la pericolosità di Equalize, e oggi saranno alla base della richiesta al tribunale del Riesame di arrestare Pazzali, finora rimasto libero grazie al diniego del giudice preliminare. I rapporti istituzionali che hanno permesso al presidente della Fiera di tenere sotto controllo fino a pochi mesi fa le indagini a suo carico sono anch'essi sintomo secondo i pm della sua pericolosità: in un appunto la Procura spiega l'agitazione di Pazzali per le voci di una indagine a suo carico con «le indagini della Procura di Milano, dirette dal dr.Storari, inerenti una presunta consulenza" fornita a Banca Intesa, indennizzata per 200mila euro, relativa alla questione Bergamo-Brescia capitale della cultura 2023, di cui era stato messo al corrente dal comandante della Guardia di finanza». Sono questi rapporti tentacolari a poter essere recisi, secondo la Procura, solo mettendo Pazzali agli arresti domiciliari: nell'attesa che sia lui, prima o poi, a decidere di spiegare qualcosa.
Dovrebbe venire invece revocata la richiesta dei pm di mandare in carcere, anziché agli arresti domiciliari, Samuele Calamucci.
Che in questo momento, dopo la scomparsa improvvisa di Gallo, è il testimone d'accusa fondamentale a disposizione dei pm. E che conta di dimostrare buona parte delle sue accusa con il materiale che gli è stato sequestrato nel computer al momento dell'arresto.
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