Londra - Avrebbe potuto passarla liscia, se solo non avesse ceduto alla tentazione di postare un video su Instagram. È così che la polizia del Lancashire ha scoperto che il primo ministro britannico stava viaggiando a bordo di un taxi senza indossare la cintura di sicurezza. Ed è subito partita la multa ,non sia mai che si facciano dei favoritismi in casi come questi. Rishi Sunak dovrà pagare cento sterline, la sanzione prevista per una simile omissione.
Niente di che, se non fosse che a infrangere la legge è un capo di governo e che questa è la seconda multa in nove mesi. La prima si riferisce a un episodio ben più grave, quel partygate che ha affossato il governo del suo predecessore, Boris Johnson. Allora Sunak era ancora il suo Cancelliere e fu l'unico dei suoi ministri a condividere con BoJo l'onta di quella sanzione. Quest'episodio risulta sicuramente meno grave e ieri il suo vice, Dominic Raab, ha dichiarato che l'incidente non è tale da richiedere le dimissioni. «Il premier ha dimostrato di possedere gli standard più alti di integrità e affidabilità proprio perché ha ammesso l'errore e si è immediatamente scusato - ha detto Raab in un'intervista a Sky News - e francamente non credo che si possa trattare questa cosa come materia da dimissioni. Certo, non avrebbe dovuto accadere, lui ha sbagliato, ma l'ha subito riconosciuto. È un essere umano con un mestiere estremamente impegnativo. Ma non ci sono scusanti - ha proseguito Raab - il primo ministro l'ha messo in chiaro fin dall'inizio. Ha detto ho fatto una cosa sbagliata e mi scuso. Credo che questo sia prova di affidabilità e trasparenza».
L'episodio è stato descritto da Downing Street come «un errore di giudizio» e a Raab è stato quindi chiesto quanti errori di giudizio verranno ancora concessi a Sunak. «Alla fine questo lo deciderà la gente alle prossime elezioni, non esistono algoritmi, la natura umana non funziona in questo modo» è stata la risposta. Sicuramente questa leggerezza ha permesso all'opposizione di attaccare il governo ricordando la prima delle multe ricevute durante il periodo del lockdown. «Il fatto che il primo ministro sia stato raggiunto da due sanzioni in meno di un anno, rivela una carenza di giudizio nella sua condotta sia come ministro che come guida dell'esecutivo - ha sottolineato ieri la numero due del Labour , Angela Rayner - e credo che dovrebbe utilizzare quest'occasione per sottolineare l'importanza della sicurezza alla guida».
Ma Sunak non è l'unico conservatore ad essere stato multato. Proprio il giorno prima i giornali avevano riportato con notevole enfasi che il presidente del partito, Nadhim Zahawi, aveva appena accettato di pagare una multa milionaria al fisco, per non aver saldato correttamente le tasse. Dopo una serie di indiscrezioni sull'ammontare della cifra corrisposta, Zahawi, che è anche l'ex tesoriere del partito e tutt'ora partecipa agli incontri dell'esecutivo, ha deciso di diffondere una nota stampa in cui sottolinea che le autorità fiscali hanno riconosciuto il mancato pagamento come «un errore di disattenzione e non un'azione deliberata. Ho scelto di pagare il dovuto perché era la cosa giusta da fare» ha detto.
Secondo i partiti d'opposizione però,non è abbastanza e la posizione di Zahawi è ormai «insostenibile», come ha dichiarato la presidente del partito laburista Anneliese Dodds, chiedendo le dimissioni. Nel governo dei multati, per ora, tutti rimangono saldamente al loro posto.
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