La Turchia potrebbe approvare la candidatura della Finlandia alla Nato senza fare lo stesso con la Svezia. Lo ha lasciato intendere il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, rispondendo a una domanda sulla candidatura alla Nato dei due Paesi nordici durante un incontro televisivo con i giovani: «Se necessario, possiamo dare un messaggio diverso sulla Finlandia. La Svezia rimarrà scioccata se daremo un segnale completamente diverso sulla Finlandia», ha detto il leader turco.
È la prima volta che il governo turco ha lasciato intendere di essere disposto a trattare la domanda finlandese separatamente da quella della Svezia. Martedì la Turchia ha frenato l'adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, rinviando a tempo indeterminato un incontro tripartito originariamente previsto per l'inizio di febbraio per affrontare le obiezioni turche. Erdogan lunedì ha detto che la Svezia, che il presidente turco accusa di ospitare «terroristi» curdi, non può più contare sul «sostegno» di Ankara dopo che un attivista di estrema destra ha bruciato una copia del Corano a Stoccolma. Ieri, senza menzionare l'incidente, il leader turco ha ribadito le critiche alla Svezia per le richieste di estradizione della Turchia. «Abbiamo detto loro: se volete entrare nella Nato, dovete restituirci questi terroristi. Abbiamo dato loro una lista di 120 persone (...) Ma ci prendono in giro dicendo che hanno cambiato la loro costituzione». Da giorni, copie del Corano vengono bruciate dall'attivista danese-svedese di estrema destra Rasmus Paludan, ammiratore di Vladimir Putin. Secondo Oleksandr V.
Danylyuk, capo del Centro per le Riforme della difesa, una piattaforma interdipartimentale ucraina contro le minacce ibride, che opera nella cornice della cooperazione Nato-Ucraina, i roghi del Corano sono una provocazione organizzata dai servizi di Mosca per ostacolare l'ingresso della Svezia nella Nato. Paludan, afferma Danylyuk, chiede al presidente turco di far entrare la Svezia nella Nato, ma in realtà le sue azioni «sono parte di un'operazione dei servizi russi».
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