Dalla Iotti alla Fallaci: l'elogio della Meloni alle donne "che hanno osato"

Nel discorso alla Camera il premier ringrazia tutte le donne "che hanno osato per impeto, per ragione o per amore"

Dalla Iotti alla Fallaci: l'elogio della Meloni alle donne "che hanno osato"

Eroine risorgimentali, politiche, giornaliste, intellettuali, scrittrici, scienziate, astronaute, ma anche "semplici" mamme che si sono sacrificate in tutto e per tutto per i propri figli. Sono le donne "che hanno osato per impeto, per ragione, o per amore". E che Giorgia Meloni, prima premier nella storia della Repubblica vuole ringraziare e alle quali rivolge un pensiero "riverente". Sono coloro "che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste", sottolinea in apertura del suo intervento di un’ora alla Camera.

Un esordio emozionato e commosso che è un tributo a tutte coloro che hanno fatto grande l’Italia, ma anche a quelle "che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani". Giorgia Meloni non ci gira intorno. "Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, - dice - non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa nazione". Ed è a tutte le donne che dedica la sua personale vittoria. A quelle che hanno dimostrato "il valore delle italiane" dice grazie e le chiama per nome. Cristina Trivulzio di Belgioioso, "elegante organizzatrice di salotti e barricate", la patriota milanese che tanto si batté per l’Unità d’Italia, partecipando attivamente ai moti risorgimentali e dando alle stampe opere e giornali rivoluzionari. Rosalie Montmasson, "testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia", unica partecipante femminile alla spedizione garibaldina.

Alfonsina Strada, la prima donna a gareggiare con gli uomini al Giro d’Italia. "Pedalò forte contro il vento del pregiudizio", dice di lei Giorgia Meloni. E poi Maria Montessori, madre di uno dei metodi educativi più adottati in tutto il mondo, e Grazia Deledda, prima donna italiana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1926, "che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese". La premier ringrazia anche Tina Anselmi, staffetta partigiana, madre della legge sulle pari opportunità e prima a ricoprire la carica di ministro della Repubblica nel 1976, e Nilde Jotti, che nel ’79 venne eletta prima presidente della Camera.

L'elenco va avanti con il premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini, la storica firma del Corriere della Sera, Oriana Fallaci, giornalista, scrittrice, inviata di guerra. E ancora Ilaria Alpi e Mariagrazia Cutuli, colleghe che hanno pagato con la vita la passione per la ricerca della verità sul campo. Ilaria, giornalista del Tg3 assassinata in un agguato a Mogadiscio in Somalia assieme all’operatore Miran Hrovatin, e Mariagrazia, inviata del Corriere uccisa nel novembre del 2001 tra Jalalabad e Kabul, in Afghanistan, con tre colleghi di El Mundo e della Reuters.

Le grandi scienziate Fabiola Giannotti, fisica che guida il Cern di Ginevra, non solo prima donna a dirigere il prestigioso laboratorio, ma anche prima ad essere riconfermata nell’incarico, e Samantha Cristoforetti, prima italiana a far parte dell’Agenzia Spaziale Europea e prima europea al comando della Stazione Spaziale Internazionale. Nel suo discorso Meloni cita anche Marta Cartabia, l’ex guardasigilli, prima a presiedere la Corte Costituzionale, Elisabetta Casellati, la ex presidente del Senato, prima donna a ricoprire la seconda carica dello Stato.

E, infine, Chiara Corbella Petrillo, che sceglie di non curare il carcinoma alla lingua che le viene diagnosticato al quinto mese di gravidanza per proteggere

Francesco, il suo bambino, e farlo nascere sano nel maggio del 2011. Muore il 13 giugno 2012 e nel 2018 la chiesa cattolica la proclama serva di Dio. Anche il suo nome è tra quelli che risuonano nell’Aula di Montecitorio.

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