Tanto rumore per un algoritmo. Ieri l'Inps ha corretto l'automatismo sulla simulazione degli assegni che aveva fatto impazzire la Cgil perché aggiungeva tre mesi alla pensione di anzianità e uno a quella di vecchiaia. Dal primo gennaio 2027 sarebbero serviti 43 anni e un mese di contributi per l'assegno anticipato, mentre per quello di vecchiaia si passava da 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029. Ma era solo una simulazione tecnica. Nel frattempo il sito dell'Inps è andato in tilt (troppi accessi in un giorno) perché la propaganda anti governo ha fatto breccia sui social. L'opposizione ci ha marciato tutto il giorno, buttandola come sempre in caciara. «Il governo trucca i dati sull'età del pensionamento», ha tuonato di buon mattino dalla Stampa l'ex ministro Elsa Fornero; «irresponsabili, gestione Inps fuori controllo», è stato il controcanto del capogruppo Pd in Commissione Lavoro Arturo Scotto, che poi ha evocato un fantomatico «scontro Lega-Fratelli d'Italia per mettere le mani sull'Inps». Va detto che appena scoppiato il giallo, il vicesegretario leghista Claudio Durigon è caduto nella trappola Cgil assicurando che «l'aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata» non ci sarebbe mai stato. Frasi su cui l'opposizione ha montato la panna tutto il giorno per provare a spaccare la maggioranza. A spegnere le polemiche ci ha provato Forza Italia con il portavoce Raffaele Nevi: «Intervenire sul sistema pensionistico è una questione molto delicata, sono cose molto tecniche. Ma le scelte non le fanno i tecnici e i tecnicismi, le fa le politica».
A nulla sono valse le smentite Inps sul ritocco dell'età pensionabile, pur essendo pacifico che il parametro rientra nelle prerogative della sola politica, che le fissa per decreto. L'algoritmo della simulazione, tarato in automatico sulle stime Istat, è stato comunque corretto in mattinata dopo qualche ora di manutenzione, per evitare altre interpretazioni maliziose. Ma questo non è bastato a spegnere la polemica, anzi. Troppo sensibile il tema previdenziale, troppo ghiotta l'occasione per attaccare l'Inps dopo la svolta impressa con la possibilità di andare in pensione a 64 anni e la app sui versamenti previdenziali «da consultare come fosse il conto in banca», aveva detto in un'intervista il presidente Inps Gabriele Fava (foto) al Giornale.
L'opposizione vorrebbe un chiarimento sull'algoritmo in aula del ministro del Lavoro Marina Calderone, «se è una segnalazione informale è un gran pasticcio» secondo il deputato Franco Mari, capogruppo di Avs in commissione Lavoro alla Camera mentre la stessa Cgil - la prima a denunciare la simulazione errata - chiede che il governo la ringrazi per la vigilanza e sbraita sul solito «tavolo per dare risposte» dopo «la chiara retromarcia dopo la denuncia sugli applicativi Inps», con la segretaria confederale Lara Ghiglione che invoca «trasparenza, soprattutto su un tema estremamente delicato anziché teatrini irrispettosi».
In serata è il presidente della commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto (FdI), a chiarire definitivamente i contorni del giallo: «Si trattava di simulazioni interne finite temporaneamente in produzione, proiezioni sperimentali di modelli statistici da ordinaria prassi operativa effettuate per testare i simulatori, senza alcuna conseguenza al di fuori del clamore
mediatico creato». Quindi nessun tentativo «né di stravolgere i requisiti pensionistici né di divulgare impropriamente tabelle ufficiali», tanto che l'Istituto ha assicurato che «non sono mutati i requisiti pensionistici».
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