«I fatti non sono accaduti qui». Alla «Procopio chirurgia estetica», all'Eur di Roma, la segreteria cerca di prendere le distanze e, non sapendo come rispondere alle domande, attacca il telefono. I «fatti» sono l'anestesia incauta e la morte di Margaret Spada a 22 anni prima di un intervento di rinoplastica. L'imbarazzo dello staff è evidente, tra disdette a raffica dei clienti, sia nella sede di Roma sia in quella di Latina, e sigilli mal celati da un cartello di «lavori in corso». Ed è ancor più comprensibile alla luce degli ultimi risvolti delle indagini.
Contro i due medici indagati per omicidio colposo - Marco Procopio e figlio - non sono in corso solo approfondimenti sui procedimenti medici violati durante l'intervento ma potrebbero scattare altre accuse che riguardano profili amministrativi e attrezzature della struttura, probabilmente non adeguate ad affrontare un'emergenza.
Le cartelle cliniche di Margaret sembrano essersi volatilizzate o non sono mai esistite. Alla ragazza è stato chiesto un pagamento (di 2.800 euro) in contanti. Gli esami, le analisi del sangue e i documenti pre operatori sono stati inviati tramite Whatsapp. E non è chiaro se la 22enne abbia firmato un consenso ben informato o nemmeno quello.
Oggi si svolgerà l'autopsia, che aiuterà a capire l'effettiva causa della morte, probabilmente dovuta a una reazione allergica all'anestesia. Nel quesito formulato dal pubblico ministero Erminio Amelio, titolare del fascicolo, si chiede di accertare le cause della morte della giovane e se siano state seguite le procedure, le linee guida o le buone pratiche per quel tipo di intervento.
Sul tavolo degli inquirenti anche un breve video, girato dal fidanzato della giovane, che avrebbe ripreso dalla porta i momenti in cui i medici tentavano di rianimarla. E potrebbe essere la chiave per determinare carenze dello «studio» estetico e responsabilità. Sospesa l'attività sui social, dove Procopio era particolarmente attivo: Margaret si è rivolta a lui dopo una ricerca su Tik Tok, attirata dai prezzi concorrenziali sugli interventi rispetto a quelli degli altri professionisti. «Gli sconti su un intervento chirurgico o su filler e affini dovrebbero essere il primo campanello d'allarme per verificare la serietà o meno di un chirurgo» sostengono i rappresentanti della società Sicpre.
Ma chi è Marco Antonio Procopio? Nato in Brasile, 32 anni, ha una laurea in Medicina e Chirurgia Estetica, conseguita all'estero, presso l'università di «Vasile Goldis» di Arad, in Romania. Nella biografia di Instagram si legge: «Medicina e Chirurgia Estetica», inserisce la bandiera del Brasile e quella dell'Italia ed elenca le città dove svolge la professione, ovvero Roma, Latina e Rio De Janeiro.
Cliccando sul link presente nella biografia, si finisce su un altro social: Threads. Qui l'ultimo contenuto pubblicato da Procopio a gennaio scorso è la foto di un «rimodellamento della punta naso».
Si fa riferimento all'anestesia, di tipo locale e alla durata dell'intervento di appena 20 minuti.Il secondo indagato è il padre Marco, con cui lavorava nello «studio di famiglia»: laurea all'Università di Padova, «decide di proseguire il suo percorso formativo a Rio de Janeiro» si legge nel sito del centro.
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