Ancora bambini morti in mare. Un maschietto e una femminuccia di 1 e 2 anni. Avevano una vita davanti. Tranquillizzati, tra le braccia della mamma, dalle brutture della traversata, sono stati investiti in pieno dalla deflagrazione avvenuta sul barcone su cui viaggiavano al largo di Lampedusa. È stata una morte terribile, che ha scioccato i 38 sopravvissuti.
«Alcuni sono caduti in mare, altri si sono gettati per la paura», racconta un superstite, ma non tutti sono riusciti a mettersi in salvo. Tra loro la mamma di una delle piccole vittime. Le ricerche da parte della Guardia costiera sono in corso per cielo e per mare e la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. Il compito di ricostruire la dinamica della tragedia accertando cosa sia accaduto a bordo è stato affidato alla Squadra mobile di Agrigento e alla Guardia costiera. La tragedia è avvenuta all'alba di ieri in zona Sar maltese, forse per lo scoppio di una tanica di benzina provocato da una scintilla del motore del natante rimasto in panne, che alcuni migranti tentavano di rimettere in moto, forse per l'esplosione del motore stesso. Un motopesca tunisino ha lanciato l'allarme prestando i primi soccorsi e la capitaneria di porto di Lampedusa, in accordo con Malta, è intervenuta per soccorrere i superstiti. La deflagrazione è stata violentissima. Cinque donne sono rimaste ferite. La più grave è la mamma di una delle due piccole vittime, una 25enne incinta, che è stata intubata e trasportata d'urgenza in elisoccorso al Centro grandi ustioni dell'ospedale Civico di Palermo. È rimasto ferito gravemente anche un bambino di 2 anni, che presenta ustioni su tutto il corpo, altri migranti hanno bruciature sulle gambe. Tutti sono sotto shock. L'operazione di soccorso è coordinata dalla sala operativa del 118 di Palermo.
«Questo è un incubo, sono sindaco da poco più di tre mesi e mi hanno già consegnato cinque corpi. Adesso, anche quello di due bambini commenta il primo cittadino di Lampedusa, Filippo Mannino -. L'Ue deve fare qualcosa: si ripristini Mare Nostrum, si immagini un altro sistema di salvataggio». Mannino chiama in causa l'Unione europea: «Invito ufficialmente la presidente dell'Ue a venire qui sull'isola e a rendersi conto della situazione».
L'Ue dovrebbe intervenire su tutto il fronte, per avviare un sistema di gestione del fenomeno migratorio completamente diverso da quello vigente. Intanto gli sbarchi proseguono. I dati del Viminale aggiornati a ieri parlano di 77.175 migranti sbarcati da inizio anno.
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