«Noi siamo qui e ci saremo anche dopo la mezzanotte. Non si può accettare che un minuto dopo la mezzanotte c'è il virus e un minuto prima no». Così Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, parlando senza mascherina si giornalisti a Piazza del Popolo a Roma dove ieri sera è arrivato con altri venti militanti per protestare contro le misure anti contagio da Covid 19 prese dal governo. Non c'è solo il capoluogo partenopeo a preoccupare. Da Napoli a Roma e fino a Milano e Torino l'allerta per possibili nuove proteste di piazza cresce. Ambienti vicini ai servizi fanno sapere che diversi settori sono attenzionati da giorni. L'intelligence guarda anche a gruppi politici nati sulla rete, tutti auto definiti «a identità nazionale», ai flash mob spontanei e agli obiettivi sensibili che potrebbero essere attaccati da chiunque e in qualunque momento. La rabbia è quella dei ristoratori che temono per le loro attività, come quella dei giovani fiaccati dal lungo lockdown della scorsa primavera. L'area più nel mirino è quella della Capitale, dove i palazzi del potere sono obiettivo sensibile.
In un'ordinanza della questura di Roma si parla di una giornata di protesta «indetta dai movimenti riconducibili all'area dell'antagonismo contro le restrizioni adottate dal governo per la gestione dell'emergenza epidemiologica, dal titolo Noi la crisi non la paghiamo, la paghino i padroni». Nel mirino le sedi di Confindustria. Ieri sera particolare attenzione anche per piazza del Popolo dove «alcuni appartenenti alla componente ultras delle tifoserie calcistiche capitoline» hanno previsto di organizzare «imprecisate iniziative di contestazione relative all'applicazione delle recenti misure governative». Non si può escludere, si legge nelle ordinanze, «che alla manifestazione possano partecipare gruppi aderenti a sodalizi riconducibili all'area dell'estremismo politico». Rafforzati, quindi, i controlli in piazza San Pietro per l'Angelus.
Su Torino polizia e carabinieri sono quindi al lavoro per individuare eventuali flash mob organizzati dai gruppi anarchici che potrebbero scendere in piazza in qualsiasi momento a seguito delle restrizioni alla movida previste dal sindaco Chiara Appendino. A Milano grande attenzionata è piazza Duomo, ma anche la sede della Regione Lombardia potrebbe essere presa di mira da gruppi estremisti. A Napoli, quindi, si temono nuovi scontri. Fonti vicine ai carabinieri fanno sapere che «la situazione è all'attenzione dell'Arma e delle autorità preposte sia a livello centrale che locale». Ma un occhio viene lanciato anche al web, dove semplici cittadini annunciano imminenti eventi di protesta. Qualcuno, addirittura, cerca «capi popolo» per organizzare manifestazioni di fronte a palazzo Chigi, tanto che gli appuntamenti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei vari ministri vengono potenziati con un maggior numero di uomini in divisa. Il malcontento è così dilagante perché molti puntualizzano sui social che il 95 per cento dei positivi al Covid è asintomatico. «Ci prendono in giro - si legge su un gruppo social -, vogliono far fallire l'economia italiana». I più esposti sono i rappresentanti delle forze dell'ordine e delle forze armate, visti come il «braccio» del governo per reprimere eventuali situazioni di assembramento o mancato rispetto dei Dpcm.
Le misure sempre più drastiche rischiano, secondo gli addetti del settore, di scatenare vere e proprie rivolte popolari. Molti, infatti, inneggiano alla rivoluzione e a manifestazioni simili a quelle dei gilet gialli francesi.
Il pericolo più grande, però, deriva dalle frange violente e dalla criminalità organizzata, che potrebbero infiltrarsi tra la gente comune che protesta pacificamente, come è successo a Napoli, per scatenare quello che può diventare un vero e proprio inferno di strada. Per questo l'allerta del Viminale è alta e al momento sono state messe in campo tutte le risorse possibili.
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