Eternit, si sbriciola il processo del secolo

Annullata per prescrizione la condanna per l'unico imputato, il magnate svizzero Schmidheiny. L'ira dei familiari: "Vergogna"

Eternit, si sbriciola il processo del secolo

Una strage silenziosa che dura da oltre quarant'anni. Una strage che resta impunita. L'ultimo capitolo del processo Eternit, quello sulle migliaia di vittime dell'amianto, si è consumato ieri sera davanti ai giudici della prima sezione della Cassazione. E come in ogni saga, non è mancato il colpo di scena. Davanti agli occhi attoniti di centinaia di vittime della Eternit, di famiglie che in questi anni hanno seppellito mariti, mogli, genitori, il procuratore Francesco Iacoviello ha chiesto e ottenuto l'annullamento senza rinvio della sentenza della Corte d'Appello di Torino, che il 3 giugno 2013 aveva inflitto 18 anni di reclusione al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny per il reato di disastro doloso ambientale, cancellando tutti i risarcimenti. Una sentenza choc che ha lasciato l'amaro in bocca a chi è rimasto travolto da questa vicenda e ai loro legali. «È una richiesta profondamente ingiusta, confidiamo che non venga accolta», aveva commentato a caldo, in una pausa dell'udienza, l'avvocato Sergio Bonetto che assiste 400 parti civili. La Cassazione ha cancellato tutto, dando ragione al Pg secondo cui il reato si sarebbe consumato tra il 1966 e il 1986, data quest'ultima in cui cessa l'attività della Eternit. Per il procuratore torinese Raffaele Guariniello, che fino a oggi aveva sostenuto l'accusa, il disastro invece è ancora in corso. Perché per colpa di quella polvere bianca d'amianto, respirata nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale elvetico-belga e dai cittadini di Casale Monferrato, Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), si continua a morire. E il picco delle vittime è previsto per il 2015. «Così non si tiene conto del fatto che tutti i cancerogeni hanno un tempo di latenza molto lungo, e quello dell'amianto varia dai 25 fino ai 40 anni», aveva spiegato Bonetto, tanto che Iacovello aveva ammonito i giudici: «Quello che deciderete è un precedente che varrà per il futuro». La Cassazione ha anche condannato al pagamento delle spese legali, Inps, Inail e un parente di una delle vittime escluso dagli indennizzi.

Dopo la pronuncia del verdetto choc, fuori dal Palazzaccio è montata la rabbia. I parenti delle migliaia di vittime che per ore avevano sperato in un verdetto di colpevolezza hanno urlato «Vergogna! Vergogna!» per una decisione giudicata «giuridicamente e moralmente indecente». «Ingiustizia e fatta» hanno scritto su un lungo striscione. «La Cassazione ha detto che il maxi processo doveva svolgersi con l'accusa di omicidio, e dunque tenderei a non escludere che il procedimento aperto con questa imputazione possa avere un esito migliore», ha precisato subito Bonetto.

Nel corso della sua requisitoria, il pg aveva spiegato che per lui «l'imputato è responsabile di tutte le condotte che gli sono state ascritte ma ci sono momenti in cui diritto e giustizia vanno da parti opposte», puntando il dito contro il procuratore aggiunto di Torino Guariniello, «che con un percorso pionieristico ha fatto rientrare le morti come eventi del disastro». Lo stesso Guariniello non si è scomposto: «Capisco l'indignazione ma non deve trasformarsi in resa. C'è un altro procedimento aperto su Eternit e riguarda altre centinaia di vittime. Aspettiamo la sentenza».

Da più parti si è sollevata indignazione e rabbia. «Hanno diffuso un rischio che sta provocando ancora morti, è incredibile che non se ne tenga conto», ha detto Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto. Amaro il commento del governatore piemontese Sergio Chiamparino: «Quando il diritto cozza con le più elementari ragioni di giustizia c'è qualcosa che non funziona».

Non si dà ancora per vinta neanche il neo commendatore Romana Blasotti Pavesi, presidente dell'Associazione famigliari e vittime dell'amianto: «Ci attendiamo ancora giustizia». Ma la Cassazione ha chiuso ogni discorso: il reato è prescritto.

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