"+Europa non sarà al corteo contro Toti. Un errore lo scontro politico-giudiziario"

L'esponente dell'opposizione: "Il Pd mi ha stupito"

"+Europa non sarà al corteo contro Toti. Un errore lo scontro politico-giudiziario"
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I leader del centrosinistra giovedì saranno in piazza a Genova per chiedere le dimissioni di Toti. Una scelta non condivisa dal segretario di +Europa, Riccardo Magi (nella foto).

Perché sarà assente?

«+Europa non ci sarà, nella convinzione che sia un errore spostare lo scontro politico sul terreno giudiziario. Mi ha stupito che Pd, nonostante molti suoi amministratori abbiano passato le forche caudine di inchieste cadute nel vuoto, e Azione di Calenda, che rinuncia così al garantismo liberale, partecipino. Vi sono tante buone ragioni politiche per attaccare frontalmente Toti, dalla gestione della sanità a quella dei trasporti regionali».

Toti si dovrebbe dimettere?

«Si dovrebbe dimettere per il suo fallimento politico che pagano i liguri in termini di qualità della vita. E deve valutare se non ritiene opportune le dimissioni per difendersi meglio e garantire alla Regione un pieno governo. Ma è questione che tocca l'ambito delicatissimo delle garanzie costituzionali e delle valutazioni personali di opportunità».

Mobilitare la piazza non rischia di inasprire il clima politico?

«Sono convinto non faccia bene alla democrazia farne l'obiettivo di una mobilitazione di piazza. Se Toti dovesse essere assolto dalle accuse non vorrei trovarmi ad avere tratto un vantaggio politico grazie a un'inchiesta infondata. Dopodiché il clima è già esasperato e lo è anche per l'ipocrisia del garantismo a giorni alterni della destra di governo».

Come valuta la carcerazione domiciliare di Toti che dura da 70 giorni?

«Ho provato indignazione nel leggere sui quotidiani che il diniego alla revoca degli arresti si fonda sulla mancata consapevolezza della gravità delle proprie azioni».

Di cosa dovrebbe avere consapevolezza se Toti si ritiene innocente?

«L'uso distorto della custodia cautelare come anticipo della pena e al contempo mezzo di induzione alla confessione è raccapricciante ma molto comune».

Il centrosinistra può conciliare una tendenza garantista e una più «manettara» sulla giustizia?

«Essere garantisti non significa solo battersi prima di tutto per le garanzie degli avversari politici di fronte a eventuali inchieste giudiziarie che possano avere un impatto politico. Significa battersi per le garanzie di tutti e trovo ipocrita il garantismo della destra di governo che abroga l'abuso d'ufficio (anche io ho votato favorevolmente) mentre introduce con il ddl nuovi astrusi reati come la "resistenza passiva" in carcere o aumenta le pene in modo sconsiderato. I manettari non sono solo a sinistra. Anzi. Per la maggior parte dei casi è la destra a fare le peggiori operazioni di sciacallaggio. Una per tutte: Giorgia Meloni a Bibbiano. Troppo facile essere garantisti con gli amici e manettari con tutti gli altri».

Anche il Comune di Venezia è stato investito da un'inchiesta. I pm sono di nuovo protagonisti della scena?

«Si deve rispettare l'operato della magistratura esigendo che esso rispetti a sua volta rigorosamente la presunzione di

innocenza e tutte le garanzie per indagati e imputati combattendo i processi mediatici. Anche le generalizzazioni sull'azione delle procure fanno parte di un uso strumentale della polemica politica in materia di giustizia».

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