Evaso scappa in crociera. Lo tradisce il valigione

Camorrista, era ai domiciliari ma voleva andare in vacanza. Però il bagaglio era troppo grosso

Evaso scappa in crociera. Lo tradisce il valigione

Roma. Condannato a trent'anni di galera, sorvegliato speciale, evade per trascorrere le vacanze di Natale in crociera. Quando sbarca al porto di Civitavecchia, però, viene bloccato dalla polizia ferroviaria. Una beffa di Natale per le forze dell'ordine che avrebbero dovuto vigilare sull'uomo, condannato per un cumulo infinito di reati che vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso, al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, furto e rapina.

Una storia incredibile che inizia il 21 dicembre a Foligno, dove l'uomo, 54 anni, è «confinato» da tempo. Un affiliato a clan camorristici che dalla Campania viene sottoposto al regime di stretta sorveglianza nella cittadina umbra. Il viaggio, iniziato su una nave salpata dal porto laziale, tocca il Mediterraneo. Da Palermo, in Sicilia, a La Valletta, Malta, Barcellona, Spagna, Marsiglia, Francia, infine Genova. Dal porto ligure la tappa finale del viaggio che termina il 28 dicembre sempre a Civitavecchia. Qui, a insospettire gli agenti della polfer, una valigia particolarmente ingombrante. Il nervosismo alla vista degli uomini in divisa e le risposte evasive fanno il resto. Basta un semplice controllo sulla banca dati, difatti, per scoprire che quell'insospettabile turista dovrebbe trovarsi altrove. Il suo nome, poi, compare sulla lista passeggeri della compagnia di navigazione.

L'uomo, sottoposto ala misura alternativa degli arresti domiciliari nonostante l'ingente cumulo di pena e la gravità dei reati, ha l'obbligo di non allontanarsi dal proprio domicilio. Provvedimento emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma nel 2016. Cinque anni passati fra le mura domestiche sono troppi per lui, anche se il fine pena è fissato al 2034. Così acquista un biglietto on line e decide di farsi una breve vacanza. Possibile che in una settimana nessuno si sia accorto della sua evasione? Chi lo avrebbe dovuto controllare, quotidianamente, ha denunciato la sua fuga e latitanza? Questura di Roma e Procura di Civitavecchia, che ha emesso il nuovo fermo, inspiegabilmente non rilasciano altre dichiarazioni, appellandosi al recente decreto legge sulla presunzione di innocenza. Eppure l'uomo è stato bloccato in flagranza di reato, tanto che il magistrato di turno dispone l'applicazione del braccialetto elettronico. Nessuna revoca degli arresti domiciliari, come qualcuno avrebbe potuto ipotizzare.

Resta il mistero di un viaggio solo all'apparenza mascherato come una vacanza. Chi ha incontrato in quei porti l'affiliato alla camorra? Città fortemente a rischio, del resto, da sempre basi per organizzazioni criminali di spessore legate al narcotraffico.

Fra le evasioni eccellenti quelle di un malavitoso siciliano: nove fughe dagli arresti domiciliari in due anni gli valgono otto anni, due mesi e 20 giorni di galera. Il giudice, in quel caso, decide di rinchiuderlo una volta per tutte in carcere.

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