Ancora forti polemiche nei confronti degli Stati generali convocati dal premier Giuseppe Conte, già bocciati da una consistente compagine politica prima ancora di iniziare.
Dopo una riunione, i leader di Lega e Fratelli d'Italia ed il vicepresidente di Forza Italia hanno comunicato la loro decisione di non rispondere all'invito di un presidente del Consiglio che fino a questo momento ha dimostrato soltanto a parole la propria volontà di ascoltarli. Lo stesso Matteo Renzi, il cui partito fa parte della maggioranza di Conte, ha dichiarato di considerare gli Stati generali un semplice "aiuto". "Tutto è utile, ma dopo l'importante è che si passi dalle chiacchiere ai progetti concreti, serve un dibattito parlamentare", ha affermato a "Circo Massimo", come riportato da LaPresse.
A creare maggior preoccupazione, per quanto riguarda gli Stati generali, è soprattutto il nome di alcuni personaggi che sono stati invitati a prendere parte all'assemblea che sarà avviata oggi a Villa Doria Pamphilj. Si parla della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, della presidente della BCE Christine Lagarde, del presidente dell’Europarlamento David Sassoli e della direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi) Kristalina Georgieva. "Come professore non sono mai contrario ai convegni, certo crea un po' perplessità il fatto che gli Stati generali si aprano essenzialmente con la troika, vogliamo interpretarlo come sottile messaggio comunicativo?", ha commentato senza tanti giri di parole l'ex ministro dell'Economia Giovanni Tria, intervenuto stamani a 24 Mattino, trasmissione in onda su Radio 24. "Dal punto di vista comunicativo, questo appello alla troika io l'avrei forse evitato", ha aggiunto, riferendosi a Conte.
"Sento parlare della sospensione del codice degli appalti e di seguire la direttiva Europa: questa è una proposta che ho fatto io nel marzo 2019 e fu respinta, adesso hanno cambiato idea? Ne sarei felice. Gli eventi fanno cambiare idea, questo è normale", ha poi proseguito il docente di Economia politica. "Un piano richiede obiettivi precisi e strumenti per raggiungerli. Quali sono gli obiettivi attuali? Il primo obiettivo è frenare la caduta del Pil e della occupazione; il secondo, aumentare il tasso di crescita per avere una sostenibilità del debito. Questo richiede di scegliere programmi e progetti con una stima dell'impatto su questi obiettivi".
Ma stime non ne sono ancora state fatte, ha ricordato Tria:"Noi non abbiamo ancora una stima dell'impatto sul Pil dei 55 miliardi che dobbiamo spendere adesso. Questi sono i piani, e dei piani operativi non si parla in un convegno".
Quale sarebbe allora la giusta strada da percorrere? "Una delle prime cose che andrebbero fatte è di riportare nelle sedi istituzionali il disegno dei piani", ha spiegato l'ex ministro dell'Economia. "Come prima cosa, riportare la programmazione economica al ministero dell'Economia. Non è stato colpa di questo governo ma è stato spostato il dipartimento di programmazione economica, che era il vecchio ministero della Programmazione, alla Presidenza del Consiglio. Non funziona".
Poi il commento sul Mes:
"Vorrei vedere i piani di investimento e di spesa finanziabili dal Mes e qual è il loro costo effettivo. Dopo di che, credo non ci sia nessun pericolo nell'utilizzare questi fondi", ha concluso il professore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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