"Fa affari", "Dominato dal rancore". Scontro tra Conte e Renzi

Il leader M5S attacca: "Pagamento da uno dei Benetton mentre ci battevamo contro la concessione di Autostrade". La replica del leader di Italia Viva: "Squallide illazioni"

"Fa affari", "Dominato dal rancore". Scontro tra Conte e Renzi

Nei rapporti tra Movimento 5 Stelle e Italia Viva tornano le nuvole di una turbolente lite a distanza che ormai continua da mesi. Da quando Giuseppe Conte ha lasciato Palazzo Chigi in seguito alla crisi di governo, l'astio tra i due partiti è aumentato tanto da mettere a rischio la nascita del nuovo Ulivo sognato da Enrico Letta. Questa volta a infuocare gli animi tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi è stata un'infografica pubblicata da Il Fatto Quotidiano, che tra la varie voci recita "21 Investimenti sgr - Private equity di Benetton Alessandro - 19.032".

Conte all'attacco

Ed è proprio questo capitoletto di voce ad aver innescato la reazione di Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle, ospite di Otto e mezzo su La7, ha ripescato le parole pronunciate da Renzi nel 2018 nel corso di una puntata della trasmissione Matrix: "Si presenta con il suo estratto conto: '15mila euro, questo è il saldo del mio estratto conto, i politici devono mostrare il proprio conto corrente, se si supera questa cifra, testuale, vuol dire che qualcosa non va bene, perché i politici non devono fare comitati d'affari'".

Da qui l'aspra critica mossa dal presidente grillino, secondo cui il leader di Italia Viva avrebbe cambiato idea e sarebbe passato "dalla parte opposta". Conte ha sottolineato con un certo tono pungente che "il conto è cresciuto" e ha avanzato un pesante sospetto sul suo avversario politico: "Evidentemente è passato a fare affari, e forse non è più un politico". Ma si dice fiducioso sul fatto che lo spiegherà pubblicamente.

Il numero uno del Movimento 5 Stelle si è detto "colpito" dal pagamento che sarebbe arrivato da uno dei Benetton. Non solo: fa notare anche una determinata coincidenza temporale. Infatti sostiene che il tutto sarebbe avvenuto mentre il governo stava discutendo la possibile revoca ad Autostrade. "Proprio mentre noi ci battevamo contro la concessione di Autostrade. Mi chiedo con che stato d'animo Italia viva possa aver approcciato alla cosa", ha denunciato il presidente pentastellato.

La replica di Renzi

Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi, che puntualmente ha risposto alle tesi sostenute da Conte provando a smontare le sue convinzioni. Ma tra i due c'è da fare prima un discorso personale politico: umanamente Conte non ha ancora digerito di essere stato cacciato da Palazzo Chigi per la crisi di governo innescata da Italia Viva. Per questo Renzi ritiene che il leader del M5S sia "un uomo dominato dal rancore".

L'ex premier ha bollato quella di Conte come una "illazione squallida", visto che ci si interroga sul fatto che Iv possa aver giudicato in totale serenità l'operato del governo considerando l'attività di speaker con alcuni fondi di investimento. Renzi giudica le frasi dell'avvocato "false come sarebbe facile dimostrare, se solo accettasse, un confronto tv. Cosa che ha paura di fare".

E magari sarebbe l'occasione per dirgli faccia a faccia che la revoca delle concessioni autostradali "è figlia di una cultura populista e demagogica che ha portato il contribuente italiano a regalare circa 8 miliardi alla società dei Benetton". Da qui la convinzione del leader di Italia Viva che i Benetton "non hanno pagato", ma "hanno incassato grazie a Conte e al suo populismo".

Effettivamente Renzi già da tempo chiede un confronto televisivo con Conte: a luglio lo ha proposto al presidente del Movimento 5 Stelle, invitandolo a un duello in tv - in totale trasparenza davanti alle telecamere - per parlare "dei miei contratti, dei suoi contratti e dei suoi rapporti". Assicurando che "ci divertiamo". Ma un confronto pubblico all'americana tra i due al momento non ha trovato vita.

Il bluff del M5S

Proprio Conte indossa l'abito di professorino in merito alla questione Autostrade. Un fronte su cui il Movimento 5 Stelle ha fatto infuriare i propri elettori, traditi dalle promesse che si sono rivelate fuffa. Non va dimenticato cosa disse Conte, allora presidente del Consiglio, dopo la caduta del ponte Morandi: "Avvieremo la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade".

Era il governo gialloverde. Lo scenario politico ha subito forti scossoni fino ad arrivare alla nascita dell'esecutivo giallorosso. Risultato? Il 15 luglio 2020 il governo con Movimento 5 Stelle e Partito democratico trova l'accordo: nessuna revoca (come promesso) ma estromissione graduale dei Benetton con ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Autostrade per l'Italia.

Tra l'altro a sferzare Conte è stato anche Alessandro Di Battista, ex Movimento 5 Stelle, che continua a criticare la presenza dei grillini nel governo: "Conflitto di interessi? Ieri Conte, giustamente, sollevava il tema. Ma non si risolverà mai la questione (per me questione principale e che riguarda il lavoro e le tasche degli italiani) se si governa con Berlusconi, Renzi, Draghi etc. Mai!".

Il gossip piace a Conte?

Anche un'altra questione merita attenzione. Lo spirito battagliero di Conte segue la pubblicazione di un'infografica de Il Fatto Quotidiano "ricavata da atti non più coperti da segreto". Ma tutto ciò ha valore legale? Testimonia un illecito per aver provocato questa indignazione grillina? C'è chi lo definisce una sorta di gossip giornalistico con l'obiettivo di colpire un personaggio politico che, almeno per il momento, non ha commesso reati.

Le voci polemiche non mancano. L'ex magistrato Carlo Nordio, intervistato da ilGiornale, ritiene che pubblicare l'estratto conto sulle colonne di un quotidiano "è una cosa indegna".

Sabino Cassese (giudice emerito della Corte Costituzionale) sempre a ilGiornale ritiene che i finanziamenti sul caso Open "appaiono diretti all'organizzazione di convegni, a compensare conferenze e a coprire spese per viaggi" e dunque non sembrerebbero essere "strumenti diretti a influenzare la politica di partito".

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