Londra. Boris sì, Boris no. È ancora un mistero il ritorno sulla scena politica dell'ex Premier Boris Johnson, dopo le dimissioni di Liz Truss avvenute solo qualche giorno fa. I suoi possibili successori hanno fino a lunedì per presentare la propria candidatura, ma per entrare in gara hanno bisogno di 100 sostenitori. Un numero che, a sentire la Bbc, BoJo avrebbe già raggiunto anche se la maggioranza di questi deputati non ha espresso pubblicamente il proprio sostegno e al momento soltanto 54 si sono detti favorevoli ad appoggiare l'ex Premier. Quello che si sa invece è che Johnson ieri è atterrato a Londra dopo aver deciso di accorciare le sue vacanze ai Caraibi in seguito alle vicende politiche che hanno travolto il Paese, fomentando le speculazioni sulle sue intenzioni future. A fronteggiarlo si preparano sia Penny Mordaunt, la prima a farsi avanti ufficialmente, e quasi sicuramente l'ex Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak che ai blocchi di partenza per ora risulta il favorito. In suo favore si sono già espressi 114 deputati contro i 22 della Mordaunt. Ad ogni modo la notizia di una possibile ricandidatura di Johnson sta sollevando parecchio scetticismo anche tra quelli che un tempo sono stati suoi alleati. Steve Barclay, ex capo del suo staff e promosso per tre volte dall'ex Premier, ieri ha fatto sapere che è pronto ad appoggiare Sunak, mentre Boris può contare sul sostegno del ministro della Difesa Ben Wallace, l'ex ministro degli Interni Priti Patel e il ministro per gli Affari Jacob Rees-Mogg. Anche Dominic Raab, ex vice di BoJo, ha dichiarato il suo appoggio a Sunak. «Rishi aveva il piano giusto quest'estate - ha detto - e penso che questo sia il piano giusto anche ora. È il miglior candidato per garantire stabilità all'economia, riguadagnare la fiducia dei milioni dei lavoratori del Paese». Raab ha aggiunto che Sunak sarebbe «l'uomo giusto in grado di riunificare il partito». Certo una ricandidatura di Johnson sarebbe più divisiva delle altre, visto il carattere del personaggio. La memoria degli innumerevoli scandali che hanno portato alle sue dimissioni è ancora fresca nell'opinione pubblica e anche se Boris continua a godere di molte simpatie, un suo ritorno potrebbe rivelarsi devastante per una forza politica già profondamente in crisi.
La pensa così anche l'ex ministro per la Brexit, David Frost che ieri ha sostenuto la necessità che «i Conservatori vadano avanti una volta per tutte». E questo non sarebbe possibile se Johnson tornasse in carica. «È ingiusto assumersi il rischio di tornare alla situazione caotica dello scorso anno» ha affermato Frost pur riconoscendo all'ex Primo Ministro la vittoria della Brexit. «Lui sarà sempre l'eroe che ci ha portato fuori dall'Europa - ha ammesso Frost - ma adesso c'è bisogno di un leader capace». È quello ora, non è più Johnson. Pochi per ora, i sostenitori di Penny Mordaunt, sebbene la capogruppo dei Conservatori ai Comuni possa vantare una lunga carriera politica.
«Lei è una persona che comprende bene la sofferenza della gente comune - ha spiegato la deputata Maria Miller - e la sua storia le consente di rapportarsi con le persone. Abbiamo bisogno di una persona con queste qualità». Per ora però, gli scommettitori danno come favorito Sunak, seguito da Johnson, con l'unica donna del terzetto subito fuori dai giochi.
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