Il fair play di Renzi e Calenda. Chiamata alle armi di Pd e 5s

Il leader di Iv fa gli auguri per primo. Azione segue Letta ripete "opposizione". Conte contro Fi e Crosetto

Il fair play di Renzi e Calenda. Chiamata alle armi di Pd e 5s

Soltanto Matteo Renzi, a inizio giornata, fa «un grande in bocca al lupo» pubblico a Giorgia Meloni e ai «ministri che sta scegliendo» con la sua E-News. Poi il fondatore di Iv si differenzia ancora a cose fatte, augurando «buon lavoro» e facendo i «complimenti alla prima donna che guida un esecutivo in Italia». «La prima di una lunga serie, speriamo», aggiunge. Il resto dell'opposizione, dopo l'agguato di ieri con cui Conte e Calenda hanno provato a sostenere che il ministero degli Esteri non potesse spettare a Forza Italia - agguato fallito - , aspetta i passaggi istituzionali senza rilasciare dichiarazioni. Dal Nazareno provano a guardare al futuro, ossia alla direzione nazionale, forse perché ritengono il presente inaccettabile. A metà pomeriggio, il presidente del Consiglio legge la lista dei ministri: il centrodestra al governo è realtà. E dalla minoranza non possono che commentare. Il tweet del leader del Terzo Polo arriva dopo quello di Renzi ma prima di altri: «Auguri a Giorgia Meloni - scrive via Twitter - . Avere una presidente del Consiglio donna che si è battuta con coraggio per arrivare a Palazzo Chigi con le sue sole forze è comunque un grande cambiamento per l'Italia. Saremo all'opposizione. Ma le auguriamo di avere successo per l'Italia», annota Calenda che sceglie il fair play.

Poi i messaggi benaugurati terminano o quasi. La senatrice Alessandra Maiorino, pentastellata, commenta l'esecutivo a Il Giornale: «Direi che manca il ministero dell'autarchia, anche se con quello della sovranità alimentare ci sono andati vicino». Il Movimento 5 Stelle vuole fare la parte del leone a sinistra, quantomeno tentare. Per i dem, Enrico Letta impiega del tempo a prendere posizione, mentre commenta volentieri il senatore Alessandro Alfieri: «Auguri di buon lavoro a Giorgia Meloni e alla sua squadra. Non entro nel merito delle scelte - ci dichiara il parlamentare del Pd - . Li valuteremo per quello che sapranno fare. Vigileremo perché si valorizzi l'importante lavoro fatto dal governo Draghi in Europa, come dimostra anche l'esito del consiglio europeo odierno. Non permetteremo che si venga meno rispetto alle nostre tradizionali collocazioni internazionali ed europee», chiosa il piddino. Toni moderati rispetto a quelli di altri. La capogruppo del Pd al Senato Simona Malpezzi, invece, sceglie Twitter e parla «dell'esecutivo più a destra della storia repubblicana molto lontano dalle promesse annunciate». Anna Ascani insegue: «Una maggioranza che sta insieme con la colla dà vita a un governicchio», osserva. Il centrosinistra annichilito tenta varie ricette narrative ma l'esito convince poco. Il segretario interviene in serata: «Dopo aver ascoltato lista, nomi e denominazioni del governo Meloni - scrive via social - dico ancora più convintamente opposizione, opposizione, opposizione. L'unica novità è una donna premier, un fatto storico per il nostro Paese, oggettivamente da riconoscere». Ancora ideologia: «Quello presieduto da Giorgia Meloni sarà il governo più a destra della storia italiana», fa presente Anna Rossomando che chiede «attenzione ai diritti delle donne» al primo esecutivo guidato da una donna.

Giuseppe Conte chiama alle armi: «Crosetto che passa direttamente dalla rappresentanza di interessi di industrie che operano nel settore della Difesa al Ministero competente, a garanzia di una sicura corsa al riarmo; Forza Italia alla guida degli Esteri dopo le gravi esternazioni di Berlusconi sulla guerra in Ucraina...». Sono le nuove vesti da massimalista. L'opposizione tripartita si sdoppia di nuovo: Pd e grillini a braccetto contro il governo della «destra», bon ton istituzionale dai terzopolisti.

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