La fake news del "martire" Augias

"Vado a La7, la Rai non mi piace". L'azienda: "Mai messo in discussione, ha fatto tutto da solo"

La fake news del "martire" Augias
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Largo ai giovani a La7, arriva Corrado Augias (foto), 88 anni e mezzo, da 63 in Rai. Quando ci è entrato, a Palazzo Chigi c'era Amintore Fanfani, lo stipendio medio era di 47mila lire e l'attuale ad di Viale Mazzini, Roberto Sergio, era un neonato in culla. Ma Augias in Rai sarebbe rimasto ancora altri anni, se non fosse arrivato il governo Meloni che gli ha creato un ambiente che non gli garba proprio. Augias è fatto così, se sta bene può lavorare a oltranza, senza limiti di età, ma bisogna che sia a suo agio, con «gente simpatica in un ambiente cordiale», sennò trova altre opportunità lavorative riservate agli under 90. «Devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono; e questa Rai non mi piace» dice al Corriere, gruppo Cairo, stesso editore della 7 dove andrà a condurre l'ennesimo suo programma culturale.

La Rai che gli ha garantito programmi a vita e ricchi compensi (si parla di 300mila euro l'anno), non è abbastanza cordiale e simpatica per Augias. Il cambio era nell'aria da tempo, dopo le uscite di Fazio, Annunziata, Berlinguer e altri volti di area sinistra, lui stesso si era candidato all'auto-martirio dando inequivocabili segnali di essere pronto a valutare altre offerte («Meloni vuole mettere le mani dappertutto, preoccupante l'occupazione della Rai» diceva già mesi fa). Anche lui, come gli altri protomartiri, si è quindi mosso autonomamente per contrattare un altro ingaggio a tanti zeri, non a Discovery ma a La7, altro approdo naturale tra tanti colleghi più affini politicamente a lui. Un'altra dimissione volontaria travestita da lotta al regime. «Nessuno mi ha cacciato» ammette lui stesso. Ma aggiunge una nota fantastica: «Nessuno mi ha trattenuto», si lamenta. Cioè, la Rai non ha nemmeno siliconato il suo ufficio per impedirgli di andare via, e quindi giustamente se ne va. Non lo sfiora neppure l'idea che per un conduttore nato nel 1935 possa anche essere arrivata l'ora di ritirarsi e lasciare spazio ad altri, se non proprio ad un giovane anche solo ad un baldo settantenne. I vertici dell'azienda «non hanno mai messo in discussione il suo programma, ha deciso tutto da solo», fanno sapere ambienti Rai. Era già in cantiere la terza edizione del suo programma sulla musica classica, tanto per capire che ambiente ostile avesse intorno Augias. Ha bisogno di lavorare ancora, ma altrove. Per passione, non per soldi, visto che può contare su due pensioni. La prima è quella da professionista, con tanti contributi previdenziali alle spalle. La seconda pensione, minore per entità ma che già farebbe invidia a tanti millenials che manco la vedranno con il binocolo, è quella che gli entra dal Parlamento Europeo, dove è stato deputato eletto con il Pds di D'Alema nel 1994. Poi nel 1999 si è pure ricandidato, sempre con i Ds, sempre al Parlamento Ue, ma non è stato rieletto. Ed è tornato da mamma Rai, come giornalista «indipendente» dalla politica e dai partiti. Sempre ben pagato.

Ospite di Daria Bignardi raccontò di prendere 2200 euro al mese come vitalizio da ex europarlamentare, che lui ne farebbe anche a meno ma non c'è modo di rinunciare, gli tocca prenderli. Un vitalizio era a suo modo anche la Rai, conduzione per diritto acquisito. Poi ha percepito la volontà del governo di «cambiare la narrazione di fondo che ha retto la Repubblica dal 1948» (così dice lui), anche in Rai, e non poteva rimanerci. Da sinistra rilanciano il grande gesto: «Così i cittadini perdono la fiducia e si fa un favore alle tv private» dichiara la consigliera di amministrazione Rai, Francesca Bria, in quota Pd. La Rai «colpisce la qualità con l'ansia di una programmazione politicamente in linea con l'esecutivo» sostiene Vinicio Peluffo, Pd, Vigilanza Rai. Anhce se veramente è Augias che se n'è andato. Ma forse non del tutto.

«Lascio in sospeso la terza possibile edizione del programma La gioia della musica (su RaiTre, ndr). Vedremo» dice Augias a Repubblica. Dopo le due pensioni, anche due programmi in contemporanea su due reti concorrenti, a 89 anni, sarebbe il top.

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