La famiglia di Monuments men che ripulisce la Storia perduta

Claudio Zen e i tre figli rimettono a nuovo le lapidi dei soldati della Grande guerra: "Cancel culture, che follia"

La famiglia di Monuments men che ripulisce la Storia perduta

Dicono: studia il passato se vuoi prevedere il futuro. Ma Claudio Zen e la sua famiglia di «Monument Men» armati di spugne e pennarelli, fa di più e di meglio: ripulisce la Storia, la restituisce alla bellezza, regala al gelido marmo delle lapidi di guerra l'umanità cancellata dal tempo. É la sua lezione al futuro.

Zen, 56 anni, escavatorista, vicentino di Romano d'Azzalino, ha arruolato i figli Anna, 22 anni, campionessa europea di pattinaggio a rotelle, Davide, 18 che alla maturità ha portato una tesina sulla Storia del Monte Grappa, e Eva, 12 anni, la più piccola dei soldatini, per consegnarli a quella che lui chiama una missione: ripulire i ceppi sul Grappa dei Caduti della Prima Guerra mondiale, feriti dall'incuria, dall'indifferenza e dal silenzio. Per lui non sono pietre ma storie, non sono nomi ma vite.

Anche se la prima lapide rimessa a nuovo, dodici anni fa, non era quella di un milite ma di una resa a Ponte San Lorenzo: «Ricorda il punto ultimo di sfondamento austro-ungarico. C'è scritto: Qui giunse il nemico e fu respinto per sempre il 15 giugno 1918».

Sono una quarantina le stele ripulite in dieci anni in domeniche sacrificate, è il caso di dirlo, sull'altare della Patria. Giornate e giornate di lavoro: «Dipende tutto dalle dimensioni delle lapidi e del loro grado di degrado. Una volta ne recuperai una sul Col Beretta spaccata in tre parti. L'ho portata in macchina dal marmista a riparare e, una volta a posto, riportata su nuova di zecca. Pagata da me».

C'è solo uno al mondo come lui: Andrew Lumish che negli States tutte le domeniche rende omaggio ai veterani di guerra ripulendo loro l'ultima dimora. Ad aprire la strada a Zen è invece un reduce alpino di Rotzo, Cristiano dal Pozzo, scomparso a 102 anni nel 2016. «Era un mito per gli Alpini e una persona fantastica. Lo andavo a trovare a Natale, a Pasqua, sfilavo alle parate con lui». La prima volta all'adunata del 2008 a Bassano del Grappa, dove Claudio si presenta con la divisa da ardito del 1918, la stessa del nonno, fatta da una sartoria storica: «Mi dicevano: dove vai vestito da Carnevale...». Invece dal Pozzo gli fa una rivelazione e gli consegna un testimone. Gli dice: «Da giovane andavo a strappare le erbacce dai cippi dell'Altopiano di Asiago, non sopportavo di vedere trattati così tutti i nostri ragazzi caduti per la Patria». É una folgorazione. Pensa: perchè non posso farlo io? Nessuno glielo ha chiesto, nessuno lo paga, ma tanti in questi anni gli dicono grazie: Giorgio Napolitano, da Capo dello Stato gli fa avere un encomio solenne, l'Austria gli consegna la Spilla d'oro della Croce nera. Chiede ai figli: posso contare su di voi? Anna e Davide, allora, avevano 11 e 7 anni. E si tirarono su le maniche: «Mentre lucidavamo i ceppi raccontavo loro cosa la storia di quei posti e le sofferenze di quei ragazzi che avevano dato la vita per la nostra Patria. Alla fine avevamo il cuore pieno di felicità. Li sentivamo come se ci guardassero da lassù. E la domenica dopo ci siamo spostati sul Col Moschin per fare lo stesso». La Storia è anche fatta di piccoli gesti anonimi: «E noi non abbiamo mai chiesto nulla. É un privilegio recuperare la memoria di questi ragazzi: il settanta, ottanta per cento erano ragazzi del sud. Capita che arrivino i pronipoti a cercare la tomba dei loro avi: sono momemti emozionanti». Non solo italiani. La tomba che lo ha colpito di più è quella di un soldato ungherese: «Si chiamava Peter Pan, e sulla sua lapide non si leggeva ormai più niente. Rimessa a nuovo. Ora sulla tomba ci sono sempre fiori, sassolini e conchiglie, le cose che gli furono trovate addosso quando morì». Non sopporta la Cancel Culture: «Demolire la Storia è uno follia enorme.

Io cerco di insegnare ai miei figli di avere rispetto per ragazzi morti nel fiore degli anni, ma che hanno anche vissuto un periodo crudele e si sono comportati come hanno potuto». La Memoria in fondo è solo l'inizio del futuro.

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