Farmacie in trincea e prezzi fuori controllo (ma dietro c'è il trucco)

Tra bufale e costi di medicinali "ritoccati" anche le mascherine diventano incentivi

Farmacie in trincea e prezzi fuori controllo (ma dietro c'è il trucco)

Cosa succede in tempi di guerra al coronavirus nelle trincee delle farmacie? Anche i farmacisti, un po' come i medici, in tempi di quarantena sono costretti a tenere aperto e a lavorare protetti dai dispositivi del caso. Un po' di tensione e di preoccupazione si respira comunque dietro le mascherine indossate dai camici misti all'odore di amuchina che viene usata a ogni passaggio di mani, fino quasi a stordire. Ad aumentare lo stress il pressing continuo di clienti che cercano disperatamente mascherine, disinfettanti, integratori per il sistema immunitario o vitamina C o che hanno stringente bisogno di tachipirina per abbassare la febbre a qualche parente malato.

Così in guerra c'è chi mette in giro bufale come quella della massiccia somministrazione di vitamina C per tenere a bada il potentissimo coronavirus, e chi alza il prezzo del Cebion. Ci sono case farmaceutiche che decidono di non consegnare più la merce direttamente alle croci verdi, ma ai grossisti con la scusa che tutti i punti vendita potranno averne a disposizione, e che invece «magheggiano» con le etichette dei farmaci. In sostanza benchè il prezzo finale sia deciso e controllato dall'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, che ha dato l'ultimo via libera all'aggiornamento del costo dei medicinali a gennaio 2019 (ogni 2 anni), così non è per i dispositivi medici come l'amuchina o i farmaci da banco che rispondono alle sole leggi del mercato.

Attenzione, però, nessuno se ne accorge perché il prezzo al consumo non cambia, ma può cambiare il prezzo di vendita ai grossisti, che quindi a loro volta rivendono il prodotto «maggiorato» alle farmacie, che si trovano a perdere una parte della loro provvigione.

Il giochino da parte dei grossisti o dei distributori viene «aggiustato» per le farmacie in questo modo: ci sono dei fornitori, per esempio, che propongono ai punti vendita che riforniscono abitualmente, degli sciroppi per la tosse o qualche altro rimedio che può andare bene forse per i malanni di stagione, allegando un regalo. In questo periodo il miglior regalo che si può fare a una farmacia, ma non solo, sono le mascherine. Eccoci serviti! C'è chi allega magari 500 mascherine «omaggio» alle confezioni di sciroppo. Ecco che i 400 colli finiscono in magazzino, ma il farmacista, e qui sta alla sua coscienza, magari si trova a vendere le mascherine a 20 euro al pezzo. Succede in tempi di guerra di dover rosicare quel margine di guadagno che viene sottratto da un'altra parte...

Così c'è chi proprio come in tempi di guerra va a d accaparrarsi quello che può al supermercato, sta succedendo la stessa cosa per esempio con la Tachipirina, che presto non verrà più consegnato alle farmacie, ma solo ai grossisti, per lo stesso motivo. E a vantaggio dei farmaci generici, su cui a seconda della fascia di appartenenza A, B o C la farmacia può decidere il prezzo purché inferiore del 20 fino al 50 per cento del generico. (II sistema sanitario nazionale paga lo stesso alle regioni sia per gli originali che per i generici, la differenza di costo è a carico del paziente).

Sempre

le farmacie, da oggi, saranno «costrette» a un nuovo servizio, messo in campo dai comuni: dovranno organizzare la consegna dei farmaci a domicilio per i positivi, costretti a casa, tramite Croce rossa o Protezione civile.

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