!["Fatico a respirare". E il Papa ferma l'omelia](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/10/1739167417-aztq9sht0mzhzbpw1zbh-vatican-media-lapresse.jpeg?_=1739167417)
Nonostante l'insistenza di alcuni collaboratori a spostare la Messa nella ben più riparata Basilica Vaticana, Papa Francesco, alla fine, non ha voluto deludere chi lo stava aspettando in piazza San Pietro per la celebrazione a chiusura del Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza.
Bergoglio sapeva bene che tutta quella gente, 30mila persone arrivate da oltre cento Paesi (20mila dall'Italia, presenti per il Governo i ministri Guido Crosetto e Giancarlo Giorgetti), non avrebbe avuto la possibilità di accedere all'interno della Basilica per mancanza di posti a sedere e così, nonostante una bronchite che sta curando ormai da quasi una settimana, il Pontefice si è presentato in piazza, sfidando il freddo e il vento, pur di stare vicino ai fedeli.
L'infiammazione ai bronchi, però, non gli ha dato tregua: il malessere si è presentato nel momento in cui Francesco ha iniziato a leggere l'omelia. Dopo qualche minuto, Bergoglio si è dovuto fermare: «Adesso mi scuso e chiedo al Maestro (monsignor Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche, ndr) di continuare la lettura, per difficoltà nel respiro».
«Niente di allarmante», racconta a Il Giornale uno dei vescovi presenti alla Messa presieduta dal Papa, «sappiamo che il Santo Padre in questi giorni ha qualche difficoltà respiratoria a causa della bronchite. Al suo posto io non so se avrei avuto la forza di presentarmi, alla sua età va ammirata la tenacia che mette in tutto».
Nonostante questa determinazione, al termine della Messa, Francesco, ha, però, preferito evitare il consueto giro in papamobile per salutare la folla: per evitare ulteriori esposizioni al freddo, il Pontefice ha fatto un veloce ritorno a casa a bordo di un'utilitaria arrivata sul sagrato della piazza.
Problemi di salute non di certo nuovi per il Papa ottantottenne che già alcuni giorni fa, all'udienza generale del mercoledì in aula Paolo VI, aveva affidato la lettura della sua catechesi a un officiale della Segreteria di Stato, don Pierluigi Giroli, parlando appunto di un forte raffreddore che gli impediva di parlare.
La Sala Stampa della Santa Sede aveva poi spiegato, a distanza di ventiquattr'ore, che «il Papa è affetto da una bronchite» e che le udienze di venerdì 7 e sabato 8 febbraio, in programma al Palazzo Apostolico, sarebbero state spostate invece a Santa Marta, la residenza di Bergoglio, evidentemente anche per non fargli prendere freddo e permettergli una più veloce ripresa.
Nell'omelia di ieri mattina Francesco si è rivolto a tutte le forze armate, chiedendo loro di «vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi, il vostro stare sempre dalla parte della legalità ci insegna che il bene può vincere nonostante tutto».
Prima della recita dell'Angelus, il Papa ha chiesto ancora preghiere per la pace: «Tacciano ovunque le armi, si ascolti il grido dei popoli. Questo servizio armato va esercitato solo per legittima difesa, mai per imporre il dominio su altre nazioni, sempre osservando le convenzioni internazionali in materia di conflitti e, prima ancora, nel sacro rispetto della vita e del creato».
«I membri delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza sono persone con una loro spiritualità, con i loro bisogno e anch'essi hanno la necessità di ricevere quelle grazie che arrivano col Giubileo», spiega monsignor Gintaras Gruas, arcivescovo di Vilnius (Lituania) e presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa (CCEE),
«questo Giubileo può essere occasione per ringraziare tutti questi servitori che rischiano la vita per la comunità e riconoscere il loro impegno, con l'augurio che possano sempre contribuire alla pace in tutto il mondo».
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