Fatture false e bancarotta fraudolenta. I genitori di Renzi finiscono a processo

Inchiesta sul fallimento di tre cooperative. I legali: "Accuse infondate"

Fatture false e bancarotta fraudolenta. I genitori di Renzi finiscono a processo

Matteo Renzi ha sempre detto che «il tempo sarà galantuomo». Ma, a quanto pare, più il tempo passa e meno sembra essere galantuomo con il senatore di Scandicci e la sua famiglia.

Sul caso, ormai arcinoto, dei genitori Tiziano Renzi e Laura Bovoli, indagati per false fatture e bancarotta fraudolenta di tre cooperative di servizi ci sarà il processo. In linea con la richiesta del pm Luca Turco, il gup ieri ha rinviato a giudizio i due coniugi e 13 altri indagati: il processo partirà a Firenze il 1° giugno. Due dei 18 indagati hanno chiesto, e ottenuto, il patteggiamento.

Secondo la Procura i genitori dell'ex premier erano gli amministratori di fatto di Delivery Service Italia», «Europe Service» e «Marmodiv». Le cooperative sarebbero state costituite per permettere alla Eventi 6 (che si occupava della distribuzione di volantini e giornali), di avere a disposizione lavoratori dipendenti senza dover sopportare i costi degli oneri previdenziali ed erariali, tutti spostati proprio in capo alle tre cooperative. Decine, sempre in base alle accuse, le fatture per operazioni inesistenti emesse nei confronti della Marmodiv al fine di far figurare costi fittizi e permettere alla cooperativa di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Nell'ottobre del 2019 babbo e mamma Renzi erano stati già condannati in primo grado a un anno e nove mesi, con sospensione condizionale della pena, al termine del processo che li vedeva imputati con l'imprenditore Luigi D'Agostino, accusato anche di truffa, per due fatture false emesse dalla Party srl (da 20mila euro più Iva) e dalla Eventi 6 srl (140mila euro più Iva). Mentre a fine dicembre la procura di Roma aveva chiesto il processo per Tiziano Renzi in merito all'inchiesta Consip.

L'avvocato dei coniugi Renzi, Federico Bagattini ha parlato di «accuse infondate, lo dimostreremo al processo». Ma questo lo aveva detto anche la volta scorsa. E ha aggiunto: «La decisione del gup era attesa visto il tipo di vaglio a cui è questo chiamato per legge. È però emerso già dalle carte la prova della infondatezza del castello accusatorio, il cui accertamento necessariamente dovrà avvenire in dibattimento. Confidiamo quindi di poter confutare la tesi inquisitoria in tale sede».

L'indagine, che nel febbraio 2019 portò i genitori del leader di Italia viva agli arresti domiciliari, misura poi revocata dal Tribunale del Riesame dopo 18 giorni, era partita dalla Delivery Service Italia, cooperativa dichiarata fallita a giugno 2015 e di cui Tiziano e Laura, sarebbero stati amministratori di fatto fino a giugno 2010. Secondo le accuse, i due coniugi, con altri - tra cui Roberto Billy Bargilli, l'autista del camper di Renzi per le primarie per la segreteria del Pd del 2012 e in passato nel cda della cooperativa - avrebbero provocato «il fallimento della società per effetto di un'operazione dolosa consistita nell'aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte».

Per quanto riguarda la Europe Service, fallita ad aprile 2018, invece i Renzi - considerati dalla procura «amministratori di fatto fino a dicembre 2012» - sono accusati con altri di aver sottratto «con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili».

Per il caso del fallimento della Marmodiv, invece, i coniugi Renzi, con altre sei persone, sono accusati anche di aver emesso alcune fatture «per operazioni in parte inesistenti al fine di consentire alla Eventi 6 l'evasione delle imposte sui redditi».

Nel febbraio 2019 Renzi scrisse su Facebook: «Sui miei ho già detto tutto: adesso aspettiamo i processi e le sentenze e vedremo chi ha ragione. Ma sono davvero convinto che il tempo sia galantuomo». Aspettiamo.

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