Fdi verso il no a Ursula senza posti di peso all'Italia

Il copresidente Ecr Procaccini: "Ora non ci sono le condizioni". Sul tavolo deleghe economiche e una vicepresidenza esecutiva

Fdi verso il no a Ursula senza posti di peso all'Italia
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«Al momento non ci sono le condizioni per votare Ursula Von der Leyen». Nicola Procaccini, co-presidente dell'Ecr, non usa giri di parole per esprimersi sulla posizione di Fratelli d'Italia in vista del voto della prossima settimana all'Europarlamento per la riconferma della von der Leyen a presidente della Commissione Ue.

«Ad oggi in base alla piattaforma programmatica che abbiamo letto - continua Procaccini - mi sembra che sia troppo simile a quella degli ultimi cinque anni e quindi se abbiamo dato un giudizio critico questo ci porta verso un voto negativo».

L'eurodeputato di FdI lascia però uno spiraglio in vista dell'incontro che la von der Leyen avrà con la delegazione dell'Ecr martedì e sottolinea come si tratti di «un voto diverso da tutti gli altri, perché è un voto che è figlio di un accordo di governi dove il nostro governo si è astenuto. Questo significa che è una decisione che verrà presa anche in base alle indicazioni che verranno dalla prima ministra». Molto dipenderà perciò dalle trattative che sta portando avanti Giorgia Meloni per ottenere un commissario di peso per l'Italia in ambito economico e la vicepresidenza esecutiva della Commissione. In ogni caso, se anche FdI dovesse votare contro, alcune delegazioni dell'Ecr (come per esempio i cechi di Fiala) potrebbero dare parere positivo. Già nel 2019 la von der Leyen fu votata dai polacchi del Pis (allora al governo) che facevano parte dell'Ecr ma non della maggioranza europea. Intanto al gruppo dei conservatori al Parlamento Ue dovrebbero essere assegnate le presidenze delle commissioni Agricoltura, Bilanci e Petizioni, più due vicepresidenti (su 14) dell'Aula. A differenza infatti degli altri due gruppi sovranisti (i Patrioti ed Europa delle nazioni sovrane) l'Ecr non ha subito il cordone sanitario. Stesso discorso per il gruppo di estrema sinistra di The Left che, pur non facendo parte della maggioranza, ha ottenuto ruoli di presidenza nelle commissioni e la cui delegazione incontrerà la von der Leyen lunedì.

Come spiega il capo delegazione di FdI Carlo Fidanza al Giornale, la principale richiesta dei conservatori è quella della discontinuità: «Servono elementi di discontinuità, ad esempio non avere un nuovo super commissario al Green Deal come è stato Frans Timmermans nella scorsa legislatura».

Il problema è la trattativa che la von der Leyen sta portando avanti con la delegazione dei Verdi per ottenere il loro appoggio e le richieste avanzate nell'incontro che hanno avuto mercoledì. Oltre a chiedere di non allargare la maggioranza ai conservatori, i verdi pretendono non solo di mantenere il Green Deal ma di incrementare le politiche ambientali. Eppure un appoggio dei verdi, se da un lato può portare alla Von der Leyen una dote di 53 voti, dall'altro rischia di farne perdere altrettanti dalle componenti più di centrodestra del Ppe. Inoltre, sebbene mercoledì abbia incassato l'appoggio di Renew, la delegazione irlandese (6 europarlamentari) ha annunciato che non voterà per un bis della von der Leyen. Il fatto che la sua rielezione sia tutt'altro che scontata è testimoniato anche dalla decisione di anticipare il voto di giovedì prossimo alle ore 13 per evitare le votazioni si dilunghino troppo e alcuni europarlamentari possano lasciare l'aula per tornare nei loro paesi. Quando manca ormai meno di una settimana alla plenaria, la von der Leyen punta soprattutto a consolidare il consenso della sua maggioranza che, se non vi fossero franchi tiratori, sarebbe sufficiente per raggiungere i fatidici 361 voti necessari per essere eletta a presidente della commissione Ue. I popolari hanno fissato una soglia al 15% di possibili franchi tiratori che con il voto segreto potrebbero decidere i voltarle le spalle.

Per martedì è invece confermato il voto per eleggere Roberta Metsola a presidente del Parlamento Ue e la sua riconferma appare solidissima. Infine, lunedì è attesa la riunione dell'Eurogruppo in cui l'ex premier Enrico Letta presenterà il rapporto per la competitività a cui sta lavorando da tempo.

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