Fedez insulta Brunetta. Perché la sinistra non s'indigna?

Il rapper a X Factor: "Mi lancio col paracadute dalla testa di Brunetta". Perché i soliti soloni della sinistra non fanno sentire il proprio sdegno?

Fedez insulta Brunetta. Perché la sinistra non s'indigna?

Il grillino Fedez insulta ancora. Ma nessuno si scandalizza. Tacciono i difensori del ministro Marianna Madia che nelle ultime ore si erano scandalizzati per il servizio rosa di Chi. Tacciono i soloni della sinistra che sono subito pronti a gridare all'omofobia, al razzismo e al sessismo per intraprendere campagne ideologiche che gli valgono uno spazio sui quotidiani. Tacciono pure i benpensanti che, quando a uscire dalle righe è un personaggio pubblico vagamente vicino al centrodestra, si fiondano a puntare il dito, esternare e sentenziare. Nulla. Il silenzio più assoluto. Perché questa volta, a finire nel mirino del rapper, è stato Renato Brunetta. E, si sa, quando a essere deriso e insultato è un esponente di Forza Italia, allora tutto è lecito.

La battutaccia a sfondo razzista, Fedez l'ha fatta a X Factor, ieri sera. Un attacco violento e gratuito che lascia a bocca aperta. Fuori da qualsiasi contesto, il rapper si scaglia contro il presidente dei deputati azzurri. Lo irride in diretta tivù. "Se per voi questo è osare - dice - io domani mi lancio col paracadute dalla testa di Brunetta". "Fedez fai schifez", contrattacca oggi Brunetta rispondendo alla "battuta razzista" del rapper. "Non riuscirai mai a gettarti con il paracadute dalla mia testa. Impossibile arrivarci per uno con il tuo cervello", chiosa sempre su Twitter il capogruppo Forza Italia a Montecitorio. Non è certo la prima volta che il rapper di Cigno Nero che prende di mira il centrodestra. D'altra parte uno dei suoi primi brani a far successo è stato Alfonso Signorini (eroe nazionale). Critica il direttore di Chi e le riviste patinate, poi si fa fotografare mezzo nudo per la copertina di Rolling Stones Italia. Critica i reality show e chi li guarda, poi va a fare il giudice di X Factor. Simbolo per eccellenza del grillismo anti casta, fa dell'incoerenza la propria "virtù". Punta il dito contro il populismo, poi finisce per scrivere i versi dell'inno della kermesse grillina al Circo Massimo con uno scontato attacco al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Se la prende pure con la Lega Nord. E finisce col litigare con Maurizio Gasparri. Quindi si accoda a Jovanotti e Celentano per criticare la sentenza d'Appello del processo Cucchi solo per attaccare polizia e Stato.

Gli insulti a Brunetta arrivano per ultimi. Si nasconde invitando l'esponente di Forza Italia a fare un po' di "autoironia". Ma quella del rapper altro non è che razzismo. Eppure nessuno tra i soloni della sinistra ha sprecato un tweet per fargli notare che certe battutacce sono fuori luogo, per ricordargli che il palco di X Factor non è un gazebo dei Cinque Stelle o anche solo per fargli presente che certe sparate non fanno per niente ridere.

Forse erano tutti troppo presi a riempirsi la bocca di paroloni contro Alfonso Signorini per difendere la Madia. O forse perché Brunetta è di Forza Italia. E, per questo motivo, nessun benpensate perderà tempo a difenderlo.

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