Fi ancorata al Ppe nel solco del Cav. Ci sarà anche Weber al Consiglio azzurro

Il presidente dei Popolari a Roma il 15 luglio alla "incoronazione" di Tajani. A settembre kermesse di 3 giorni

Fi ancorata al Ppe nel solco del Cav. Ci sarà anche Weber al Consiglio azzurro
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«Il post-Berlusconi è scioccante per tutti, ma continuiamo nel suo solco». A Forza Italia è il momento delle scosse di assestamento e si verifica che il terremoto per ora ha provocato meno danni del previsto. L'«effetto Silvio» ha aiutato nelle elezioni in Molise, si vede nei sondaggi con qualche punto in più e si fa di tutto per prolungarlo. Il nome dell'ex premier rimarrà nel simbolo del partito e la parola d'ordine per gli azzurri è: «Lui è sempre il nostro leader».

Lo dice per primo Antonio Tajani, che Fi l'ha fondata con Berlusconi e in questo momento è il numero uno. Sarà investito del ruolo di presidente pro tempore al Consiglio Nazionale di Fi, a Roma il 15 luglio, con la significativa presenza del presidente del Ppe, Manfred Weber (nella foto). Oggi Tajani ha convocato i gruppi parlamentari di Camera e Senato per discutere un primo documento politico da far approvare. Ma il vicepremier e ministro degli Esteri lavora già ad una convention di 3 giorni, che inizierà a Paestum, il giorno 29 settembre in cui il Cavaliere avrebbe compiuto 87 anni.

All'appuntamento romano di metà luglio Fi deve arrivare mostrando decisione, compattezza, anche i muscoli quando ci vuole. Come nel botta e risposta Tajani-Salvini sulle alleanze europee.

Perché l'obiettivo importante è quello delle elezioni europee di giugno 2024, lì si peserà il partito dopo Berlusconi, e le somme si tireranno nel congresso nazionale successivo. Ecco perché il coordinatore azzurro su Twitter sottolinea l'arrivo di Weber il 15: «Una presenza che conferma il forte sostegno dei popolari europei al nostro movimento politico». Ed ecco perché risponde duramente all'alleato Matteo che, mentre Giorgia Meloni appare ad un passo dall'accordo, si mette per traverso al progetto di un cartello popolari, conservatori e liberali in alternativa alla sinistra europea. Una riedizione di quello che nel 2017 elesse proprio Tajani presidente del Parlamento europeo.

Fi in Italia rappresenta il gruppo maggioritario del Ppe che ora governa con i socialdemocratici, ma vuole cambiare le cose. Superare la maggioranza che nel 2019 elesse Ursula von der Leyen al vertice della Commissione Ue: FI, Pd (gruppo Socialisti e Democratici) e M5S. Allora, FdI e Lega votarono contro, ma adesso Matteo Salvini ha un'idea diversa della «casa comune del centrodestra» a Bruxelles, contro la sinistra e i socialisti. Vorrebbe farci entrare anche l'estrema destra del suo gruppo Identità e Giustizia, da Marine Le Pen alla tedesca AfD. «Con loro è impossibile qualsiasi accordo», si oppone Tajani. Il leader leghista replica che non accetta veti sui suoi alleati e l'atmosfera si surriscalda nel centrodestra.

È chiaro che la campagna elettorale europea è aperta, si voterà con il proporzionale e ogni partito gioca per sé, anche se è molto difficile che questo abbia riflessi sulla maggioranza in Italia. Il presidente dei deputati azzurri Paolo Barelli spiega, ad Agorà(Rai3): «Salvini dice che cercherà di convincere Le Pen a diventare europeista convinta. Se ci riesce, sarebbe un bel colpo, ma la strada è complicata. Dovrebbe spiegare a Weber che Le Pen è compatibile con il Ppe, suppongo che l'altro gli dica di no, poi si può aprire il confronto.

La ricetta di Berlusconi e Tajani è trovare un'alternativa alla maggioranza Ursula, un governo di centrodestra all'italiana, con conservatori, Ppe, Liberali e altri compatibili. Il problema è che Le Pen e altri partiti di estrema destra in Europa non dialogano con i loro colleghi».

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