Dopo il «passo di lato» di Nello Musumeci («se la Meloni me lo chiede mi faccio da parte»), si azzerano le congetture sulla candidatura per Palazzo d'Orleans. A ottobre, quando i siciliani dovranno decidere a chi affidare la gestione della Regione, potrebbe non essere il governatore uscente il campione del centrodestra. Forti di questa «disponibilità» a un passo indietro di Musumeci, i partiti di centrodestra si apprestano a incontrarsi per discutere sulla candidatura. Già la settimana prossima è in calendario un vertice tra i leader regionali di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Unione di Centro e Mpa. Se i vertici di Fratelli d'Italia preferiscono in questa fase trincerarsi dietro il silenzio, Salvini prova a pungolare Musumeci tornando a ripetere che del governo della Sicilia devono decidere i siciliani. In questo modo togliendo il terreno sotto i piedi del governatore che da tempo si aggrappa al patto stretto tra i leader nazionali visto che sull'isola fa fatica a consolidare la sua posizione politica. Intanto il presidente dell'Assemblea regionale, l'azzurro Gianfranco Miccichè, non nasconde le sue perplessità sulla ricandidatura di Musumeci lamentando il venire meno del dialogo tra assemblea e giunta. Lo stesso Miccichè negli ultimi giorni ha incontrato Raffaele Stancanelli, eurodeputato di Fratelli d'Italia, ma già sindaco di Catania. I bene informati ipotizzano possa essere lui il «cavallo» su cui puntare ma è lo stesso Miccichè a spiazzare tutti sentenziando: «Il govenratore non è mai stato di Forza Italia, di Palermo e donna». «Non dico che tutte e tre gli elementi debbano essere presenti contemporaneamente- conclude -, ma che in questo scenario deve essere cercato il nuovo presidente».
Intanto anche la Lega rischia di avere più di un problema da risolvere sul prossimo voto per le regionali in Lombardia. Da tempo si discute sulla possibilità per Attilio Fontana di ricandidarsi. Lo stesso governatore non ha ancora espresso un'opinione precisa. E gli alleati intanto hanno sondato altri candidati. Da più parti è stato fatto il nome di Letizia Moratti. Tornata alla politica attiva proprio durante l'emergenza Covid come assessore alla Sanità. Lei stessa ha annunciato la sua disponibilità per una candidatura unitaria del centrodestra. «Penso di poter essere un valore aggiunto per la coalizione di centrodestra - dice, l'ex presidente Rai -. La mia storia personale lo testimonia e da tempo ho dato la mia disponibilità». Aveva fatto discutere, nei giorni scorsi, la proposta provocatoria di Carlo Calenda (Azione) che indicava proprio nella Moratti un candidato ideale anche per il centrosinistra a trazione riformista.
A fine giornata, però, è arrivato il veto della Lega con il classico slogan «squadra che vince non si cambia». Fontana, dicono da via Bellerio, «può continuare visto che ha superato brillantemente pandemia e crisi economica».
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