Semaforo rosso per i Verdi nelle commissioni. Antonio Tajani da tempo ha schierato Forza Italia su una linea che sul Green Deal non preveda né negazionismo, né fondamentalismo, quanto piuttosto un pragmatismo capace di unire la tutela della produttività alla riduzione dell'inquinamento. Una posizione incompatibile con quella dei Verdi che pure hanno votato per la presidenza di Ursula von der Leyen. E così il ministro degli Esteri italiano prende una posizione chiara.
«I Verdi non fanno parte in maniera strutturale» della maggioranza Ue che ha votato a favore di Ursula von der Leyen, dice a margine del Consiglio Esteri dell'Ue. D'altra parte «il loro capogruppo ha detto che il programma di Ursula von der Leyen non è un programma verde; poi se l'hanno voluta votare l'hanno votata, ma non credo che tutti i Verdi abbiano votato per lei. Posso dire soltanto - puntualizza Tajani - che Forza Italia non voterà i candidati presidenti delle commissioni europarlamentari indicati dai Verdi, perché non siamo convinti delle loro posizioni».
Era stata proprio la co-presidente del gruppo dei Verdi, Terry Reintke, durante il dibattito in plenaria, a chiarire di non voler sottoscrivere il programma della candidata presidente, ma di avere semplicemente come obiettivo quello di «impedire all'estrema destra di andare al potere, di avere un impatto sul processo decisionale».
Nel processo di assestamento dei nuovi vertici ieri è stato il giorno dell'incontro tra il presidente eletto del Consiglio Europeo Antonio Costa e Giorgia Meloni. Costa si è investito di una missione di allentamento della tensione tra Roma e Bruxelles, dopo il no di Fratelli d'Italia alla sua candidatura, e ieri ha spedito un messaggio chiaro. «É stato un ottimo incontro di lavoro. Ora per me è importante valutare quali sono le prospettive e le priorità dei vari membri dell'Ue e poiché l'Italia è un Paese fondatore dell'Unione, è importante sapere e prendere nota delle priorità della premier Meloni». Una dichiarazione a cui la premier italiana ha replicato apprezzando il proposito di Costa di «assicurare una leadership condivisa e pragmatica del Consiglio Europeo».
Il percorso di formazione delle nuove istituzioni passa poi anche attraverso l'elezione dei presidenti di commissione.
Al Ppe dovrebbero andare 8 presidenze ma nessuna andrà a Forza Italia. Ai forzisti invece va la presidenza della delegazione per l'Asia centrale, con Giuseppina Princi, mentre Caterina Chinnici dovrebbe diventare la prima vicepresidente della commissione Controllo bilanci (CONT).
Nella scorsa legislatura Forza Italia aveva la presidenza della Affari costituzionali (AFCO), con Salvatore De Meo, ma ora questa passerà al tedesco Sven Simon. Sulla esclusione degli azzurri ha pesato il fatto che Massimiliano Salini è stato eletto vicepresidente del gruppo del Ppe all'Eurocamera.
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