«Grande preoccupazione» e «disastro annunciato». I presidenti delle Corti d'appello tornano ad attaccare le riforme sull'immigrazione volute dal governo. L'allarme di ieri parte da Milano, veicolato dal presidente della Corte Giuseppe Ondei, ma è sottoscritto da tutti i numeri uno dei distretti giudiziari d'Italia. In una lettera a presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti di Camera e Senato, ministro della Giustizia, ministro dell'Economia, vicepresidente del Csm e Anm, molto simile a quella riportata dal Giornale meno di un mese fa, mettono nel mirino due decreti legge in fase di conversione.
I decreti sono il numero 145 e il numero 158 del 2024. Prevedono la reintroduzione, dopo alcuni anni, del reclamo contro i provvedimenti dei Tribunali territoriali sulla concessione o meno della protezione internazionale, che comporta l'accoglimento dei migranti in Italia. Reclamo che arriverebbe appunto alle Corti d'appello. In secondo luogo la proposta, più recente, di attribuire alle medesime Corti la competenza per i provvedimenti di convalida (stimati in circa 400 l'anno per la sola Milano) dei trattenimenti dei richiedenti asilo. Attualmente se ne occupano le sezioni specializzate dei Tribunali. Le novità volute dall'esecutivo, è l'allarme dei 26 presidenti che hanno firmato il documento, rischiano di «mettere in ginocchio» gli uffici dei giudici di secondo grado. Stando alle prime stime, per quanto riguarda ad esempio Milano, ai 5mila fascicoli ordinari già pendenti davanti alla Corte d'appello, se ne aggiungerebbero altri 4.700, quasi raddoppiando dunque il carico di lavoro. Le novità inoltre renderanno «irrealizzabili gli obiettivi del Pnrr» e porteranno «un'ulteriore recrudescenza dei tempi e dell'arretrato dei processi». I magistrati si augurano che «il Parlamento» scongiuri «simili gravi esiti», anche perché le modifiche alla legge oggi proposte «verrebbero attuate in via d'«urgenza, ad organici invariati e senza risorse aggiuntive». Il Guardasigilli Carlo Nordio risponde che non è così: «Nell'emendamento si prevede invece una riduzione delle competenze delle Corti d'appello proprio per quanto riguarda i reclami contro le decisioni sui migranti. Quindi tutto sommato il loro lavoro viene sgravato». E aggiunge: «Le Corti d'appello per definizione sono composte da giudici più anziani e quindi presumibilmente ancora più garantisti di tutti gli altri giudicanti di merito».
Nella lettera dei magistrati si specifica: «A prescindere da ogni considerazione circa l'alterazione del sistema delle impugnazioni, si deve rammentare come il ministero della Giustizia abbia, meno di due anni fa, rafforzato le sezioni specializzate di primo grado, con l'incremento degli organici e delle risorse a disposizione di questi uffici, proprio per far fronte, con una opportuna
programmazione, alle crescenti difficoltà del contenzioso in materia di asilo e di protezione internazionale». Infine: «È facile prevedere che la riforma costituirà un disastro annunciato per tutte le Corti di appello italiane».
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