"Martiri? Non saprei, ma la lotta contro l'Isis è una lotta giusta". A dirlo è il deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano, parlando dei caduti di Nassiriya e a proposito delle parole di padre Alex Zanotelli.
Oggi, infatti, proprio nell'anniversario dell'attentato terroristico in Iraq, in cui persero la vita 17 membri delle forze dell'ordine italiane e 2 civili, il missionario ha pronunciato parole dure nei confronti di quelli che sono considerati martiri. "I militari vittime dell'attentato a Nassiriya non andrebbero definiti 'martiri'", ha detto oggi padre Zanotelli, aggiungendo che i militari morti nella strage del 12 novembre 2003 "erano lì per difendere con le armi il nostro petrolio".
Commentando queste parole, Emanuele Fiano ammette di non sapere se sia giusto definire "martiri" quei soldati: "Sulla definizione di martiri per i nostri militari non saprei, penso che il fatto che l'Occidente si allei per sconfiggere un nemico della libertà e della democrazia occidentale come l'Isis sia uno scopo che dobbiamo perseguire". I soldati italiani, spiega il deputato Pd all'AdnKronos, "sono lì all'interno di una missione internazionale, non dobbiamo dimenticare lo scopo complessivo della missione: sconfiggere un nemico della democrazia, che è l'Isis. Questo è l'obiettivo centrale della missione". E infine ricorda che, nonostante l'Isis sia stato ormai sostanzialmente sconfitto, "rimangono ancora i Foreign fighters. L'occidente deve avare in mente che la lotta contro quel tipo di violenza è una lotta giusta".
Il 12 novembre del 2003, un camion imbottito di esplosivo scoppiò, alle 8.40 italiane (le 10.40 locali) contro la base Maestrale dei carabinieri, provocandone l'esplosione del deposito munizioni. Un carabiniere riuscì a uccidere i due attentatori che guidavano il camion, evitando una strage ancora peggiore: il suo gesto, infatti, impedì al mezzo di entrare nella base e scoppiò sul cancello.
Quello di Nassiriya è considerato il più grave attentato che ha visto coinvolti i soldati italiani, dopo la Seconda guerra mondiale: nell'attacco, morirono 19 persone, di cui 12 carabinieri, 5 militari dell'Esercito e due civili.Oggi, in occasione dei 16 anni della strage, tutto il mondo politico ha ricordato i caduti in Iraq il 12 novembre del 2003: da Sergio Mattarella a Matteo Salvini, da Silvio Berlusconi a Graziano Delrio, tutti hanno espresso parole di riconoscenza e cordoglio verso i caduti.
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