Non ha la potenza dell'immagine del presidente Mattarella seduto allo Spallanzani in attesa del vaccino, ma è un segnale importante per la ripartenza della vaccinazione con AstraZeneca vedere il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all'emergenza Covid, e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, in attesa di sottoporsi all'inoculazione presso la cittadella militare della Cecchignola, a Roma.
Ora più che mai, dopo lo stop dei giorni scorsi, l'esempio serve a limitare al massimo le rinunce dei più scettici, che ci sono e ci saranno, anche se meno del previsto. «Si sono registrate punte massime del 20% in alcune Regioni, in altre ancora, come nel Lazio, in termini percentuali non hanno avuto alcuna rinuncia», spiega Figliuolo uscendo dal tendone delle vaccinazioni. Ora è il momento di guardare avanti e di accelerare il più possibile. La campagna è ripresa a pieno ritmo, assicura il commissario, «con l'obiettivo di raggiungere i 500mila vaccinati giornalieri dalla metà di aprile e l'80% della popolazione per fine settembre». I dati degli appuntamenti saltati confortano il generale. «Significa che i cittadini hanno capito che cosa debbono fare. L'obiettivo - spiega Figliuolo - è non sprecare nessuna dose. Le Regioni hanno delle liste con delle linee di priorità stabilite dal piano strategico del ministero della Salute. Soltanto a fine giornata, se non c'è più nessuno in lista, invece che buttare via le dosi, si può procedere anche a vaccinare volontari che si trovano lì sul posto, ma senza alcuna logica parentale o nepotistica». Un altro spot a favore del farmaco di Oxford appena «riabilitato» arriva da Curcio: «Bisogna fare il vaccino perché proteggiamo noi e soprattutto gli altri. AstraZeneca va bene, è quello che ho appena fatto». Il capo della protezione civile è pronto a mettere in campo una quota dei suoi 300mila volontari, quelli che serviranno alle Regioni per supportare le strutture vaccinali. «Venerdì abbiamo fatto il punto operativo della situazione per limare i disequilibri che si sono visti nei vari ambiti regionali. E credo che siamo a un buon punto di condivisione con le Regioni», spiega Curcio. Gli obiettivi sono ambiziosi e la macchina è pronta ad ingranare la quarta. A patto però che le dosi arrivino con la cadenza prevista. Nella seconda metà di aprile avremo munizioni aggiuntive con il vaccino Johnson&Johnson. «Inizialmente i quantitativi saranno limitati, poi andranno aumentando tra maggio e giugno», dice il commissario Figliuolo, che conferma l'arrivo a fine mese di 7 milioni di vaccini. Anche se è slittata alla settimana prossima la consegna di 134mila dosi di AstraZeneca, in queste ore è atteso nell'hub della Difesa di Pratica di Mare il lotto di vaccini Moderna più consistente ricevuto finora: oltre 330mila dosi, che verranno distribuite al più preso alle Regioni.
Ma la campagna vaccinale come procede? Secondo l'ultimo punto dell'Istituto superiore di sanità sono state somministrate 7.366.138 dosi delle 9.577.500 finora consegnate. A essere parzialmente protetto dal virus, finora, è circa il 40 per cento degli anziani: 4 over 80 su 10, infatti, hanno ricevuto almeno una dose. La percentuale sale al 49 per cento tra gli over 90. E i trend dimostrano che i vaccini funzionano, perché sono in calo i contagi tra gli operatori sanitari e gli anziani.
«Un'ulteriore diminuzione del numero di casi nelle persone di età pari o superiore agli 80 anni e della gravità dello stato clinico in questa fascia di età sono attese nelle prossime settimane, in risposta all'aumento della copertura vaccinale», evidenzia l'Iss.
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