Il commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo, incalza le Regioni: «Le dosi sono sufficienti per procedere spediti nella campagna vaccinale». Ma è un fatto che gli obiettivi indicati da Figliuolo, appena insediato nel suo ruolo nel mese di marzo, sono slittati di parecchie settimane per motivi che non dipendono dal lavoro, egregio, della struttura commissariale. Il generale puntava a raggiungere le 6/700mila somministrazioni al giorno in aprile e a un 60 per cento della popolazione vaccinata entro metà luglio. Al momento gli immunizzati sono 20.273.741 pari a poco meno del 35 per cento della popolazione. Dunque poco più della metà del target che si puntava a raggiungere.
Troppi gli ostacoli imprevisti sorti lungo il percorso. Nonostante il meccanismo messo a punto dal generale il nodo della carenza di dosi e le conseguenze dei cambi di rotta sui vaccini a vettore virale sono questioni che non possono essere risolte dalla struttura commissariale. Con il ritmo attuale, poco più di mezzo milione di dosi al giorno, si raggiungerà la copertura per l'80 per cento della popolazione intorno al 20 settembre. Forse per questo alcune Regioni stanno valutando lo slittamento dell'apertura delle scuole a fine settembre. Il ritorno in aula di milioni di studenti rappresenterà sicuramente la sfida più complessa da affrontare in autunno.
Certamente nessuno paventa uno stop delle somministrazioni ma molte Regioni hanno frenato la corsa alle prenotazioni nel timore che potessero venire a mancare le dosi per i richiami. Al momento le scorte sono ancora sufficienti. Figliuolo parla della necessità di programmare l'agenda di forniture per le Regioni ma la flessione del 5 per cento di Pzifer e Moderna, assicura, «non comporterà ritardi: tra luglio e settembre avremo un approvvigionamento di circa 45,5 milioni di dosi di questi vaccini, che sono i più usati» e «la disponibilità di circa 14,5 milioni di dosi, 12,1 milioni di Pfizer e 2,4 di Moderna, assicurerà anche le vaccinazioni eterologhe, per gli under 60 che hanno fatto come prima dose il vaccino AstraZeneca».
Dunque, osserva il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il generale «ammette che un po' di taglio c'è nella fornitura e quello probabilmente costringerà a qualche rinvio per qualcuno che doveva ricevere la prima dose». Non sembra avere problemi di rifornimento la Regione Liguria che giovedì 8 luglio ha organizzato una open night Pfizer. L'annuncio è del governatore Giovanni Toti. Visto il grande successo della prima iniziativa in questo senso Toti ha deciso di replicare: «un modo per incentivare gli indecisi», spiega.
Il Lazio invece ha fatto slittare di un paio di settimane le prime dosi per chi si era prenotato dall'11 luglio nell'ottica di garantire i richiami. Sulla necessità di questa scelta il generale Figliuolo ha cercato un confronto con l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato. «Ho rassicurato il generale Figliuolo sull'andamento e il raggiungimento degli obiettivi della campagna vaccinale nel Lazio - ha spiegato l'assessore - La strategia vaccinale di anticipare i richiami segue le prescrizioni scientifico-sanitarie del ministero della Salute».
In Friuli Venezia Giulia dove c'è un'alta percentuale di «diffidenti» verso il vaccino è stato deciso di garantire Pfizer e Moderna per gli scettici non vaccinati over 60.
AstraZeneca verrà quindi usato solo per i richiami di chi richiede quel vaccino visto che è stato dato il via libera all'eterologa. In questa Regione il 27 per cento della fascia 60/69 anni è ancora completamente scoperto.
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