Filippine, tocca a Marcos Jr. Il figlio svogliato del dittatore

Il rampollo: "Vince l'unità". Il padre accusato di abusi e corruzione, il sogno della madre di tornare a palazzo

Filippine, tocca a Marcos Jr. Il figlio svogliato del dittatore

Ferdinand Marcos Junior, figlio del defunto dittatore Ferdinand Marcos, si avvia verso una vittoria schiacciante alle presidenziali delle Filippine dopo che quasi la metà dei 70.000 seggi elettorali ha presentato i propri risultati.

Marcos Jr ha ottenuto più del doppio dei voti del suo principale rivale, Leni Robredo. Il nuovo presidente succederà al controverso Rodrigo Duterte. Il processo elettorale è stato minato dalle polemiche sulle macchine per il conteggio dei voti, con almeno 1.900 casi di malfunzionamento secondo i media locali, e lunghe code fuori dai seggi. Il rampollo della dinastia dei Marcos, Ferdinand «Bongbong» Marcos, è il grande favorito alla presidenza, contro la principale sfidante, Leni Robredo, avvocato per i diritti umani e vice presidente in carica. Nelle Filippine si vota anche per il vice presidente: Marcos, che ha dato pochi dettagli sul suo programma, corre con Sara Duterte, figlia del presidente uscente, in un ticket che desta timori per l'inizio di una nuova era di autoritarismo. Lui intanto ha ringraziato i suoi sostenitori nonostante fosse ancora in corso lo spoglio delle schede. «Il mio è un messaggio di gratitudine», ha detto in un video su Facebook. «Voglio ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per noi», ha proseguito rivolto a volontari e supporter, «per avere creduto nel nostro messaggio di unità e nei candidati», citando, oltre a se stesso, anche la figlia del presidente uscente. Eppure Bongbong non sognava di essere presidente, ma per la madre, Imelda Marcos, era chiaro che un giorno lo sarebbe diventato. La coppia protagonista della «dittatura coniugale» governò le Filippine con il pugno di ferro quasi 40 anni fa. Oggi il passato ritorna. Se vincerà le elezioni, come prevedono i sondaggi, esaudirà il desiderio della madre che la famiglia torni al palazzo presidenziale, avendo fatto dimenticare (senza pagare) i crimini del passato. Responsabile quanto il marito delle ignominie avvenute durante il mandato presidenziale (dal 1965 fino alla rivolta popolare che li costrinse all'esilio alle Hawaii nel 1986), Imelda è l'ombra dietro la candidatura di Bongbong: unico rampollo maschio della coppia, cresciuto nel lusso sfrenato insieme alle tre sorelle, mentre i genitori depredavano il tesoro pubblico, lasciando un buco tra i 5 e i 10 miliardi di dollari, come accertò una commissione creata dopo il rovesciamento del regime. Improbabile uomo politico per la sua mancanza di carisma se non fosse per il suo illustre cognome. A 64 anni è ancora conosciuto con il soprannome che gli diedero da bambino, quando usava arrampicarsi sulla schiena del padre. Da giovane si era fatto conoscere soprattutto per organizzare le migliori feste di Manila.

Essendo così indaffarato, non stupisce, dunque, che a differenza del padre, prestigioso avvocato prima di diventare presidente, la sua carriera accademica sia stata costellata da una serie di fallimenti. «È pigro e indifferente», scrisse il padre nel suo diario. Una vita godereccia a cui l'eccellenza accademica non gli s'addiceva. Così come la politica.

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