Finanza, voli e agenzie Ue. È gara a "spolpare" Londra

Mezza Europa pronta ad accaparrarsi i poteri e i privilegi a cui i britannici hanno rinunciato. Germania è in prima fila

Finanza, voli e agenzie Ue. È gara a "spolpare" Londra

La scena è un po' da film western: ferito a una zampa, l'animale si trascina a fatica nella sabbia; dall'alto, i condor si accorgono della sua fine imminente e volteggiano sopra di lui, in paziente attesa. Se invece del cavallo azzoppato immaginiamo il Regno Unito colpito da Brexit improvvisa nessuno si aspettava che al referendum avrebbero vinto i sì e al posto degli avvoltoi mettiamo gli altri Stati membri dell'Ue, abbiamo il quadro degli eventi. Parigi, Amsterdam e Berlino si stanno già organizzando per dividersi le spoglie europee della Gran Bretagna. Istituzioni comunitarie con sede a Londra, banche, compagnie telefoniche, startup: la lista delle organizzazioni interessate a lasciare l'Inghilterra per ancorarsi a un Paese Ue è lunga, e la gara per adottarle è già aperta. Lo racconta la Süddeutsche Zeitung, consapevole che fra i Paesi saprofagi la Germania potrebbe fare la parte del leone. A rompere gli indugi è stato il ministro delle Finanze della Baviera: Markus Söder ha scritto al suo collega federale Wolfgang Schäuble invitandolo «ad adoperarsi a ogni livello» per assegnare a Monaco la sede dell'Autorità bancaria europea (Eba). L'agenzia Ue deputata alla sorveglianza del mercato bancario europeo, voluta in piena crisi finanziaria dall'ex presidente della Commissione Manuel Barroso, ha sede nella City londinese: l'assegnazione risale al 2011 quando la Brexit era al di là da venire. Secondo Söder i 160 funzionari dell'Eba si troverebbero benissimo circondati dalle 436 banche bavaresi. L'agenzia e il suo indotto fanno gola anche a Francoforte, sede della Banca centrale europea e di ben altre due agenzie Ue (Eiopa ed Esrb). Ha sede a Londra anche l'Agenzia europea per i medicinali (Ema), che l'Italia spera di potersi aggiudicare portandola nella sede dell'Expo di Milano.

La corsa alle spoglie inglesi non è solo una questione di prestigio: secondo l'Istituto tedesco di economia (Iw), nel breve periodo la Brexit non danneggerà l'economia tedesca ed europea; sul medio e lungo invece sì, da cui il bisogno di intercettare il business britannico in libera uscita.

Ecco perché mentre Monaco e Francoforte litigano per l'Eba, la regione di Parigi ha già lanciato una campagna acquisti rivolta alle imprese inglesi legate alla libera circolazione di merci, persone e capitali targata Ue: «Davanti alla calamità Brexit noi diciamo Welcome to Paris», ha twittato la presidente della Regione Ile de France, Valérie Précresse. Anche il presidente dell'Eurogruppo, il ministro olandese delle Finanze Jeroen Dijsselbloem è della partita convinto com'è, ricorda la Süddeutsche, che a Brexit avvenuta Londra non avrà più accesso illimitato al mercato europeo dei capitali, da cui il suo sostegno alla candidatura di Amsterdam quale nuova capitale finanziaria del Vecchio Continente.

Sarebbe poi sbagliato etichettare come premature le avances di Söder, Précresse e Dijsselbloem: l'uscita dei britannici dall'Ue potrebbe rivelarsi un processo lungo. Tuttavia il destino di Londra pare segnato e c'è chi si preoccupa: per esempio l'inglese EasyJet, gigante europeo dei voli a basso costo, ha reso noto di essere andata già in pressing su governo britannico e sull'Ue «per garantirsi la possibilità di continuare a operare in un mercato pienamente liberalizzato e deregolamentato nel Regno Unito e in Europa come oggi». Traduzione: siamo un vettore europeo e tale vogliamo restare, Brexit o non Brexit.

Se la compagnia aerea ha comunicato di non voler spostare la propria sede da Luton, diversa potrebbe essere la reazione delle startup del settore finanza, alle quali sta già facendo la corte la capitale tedesca con il nuovo sito web berlin-partner.de. A un pesce solo, ma bello grande, punta invece Düsseldorf: i ministri del Nord Reno-Westfalia sono in procinto di partire per Londra alla quale vorrebbero strappare la sede mondiale di Vodafone.

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