La fine di Margaret: "Morta soffrendo"

L'autopsia: "Quadro acuto, servono altri esami". Lo studio medico senza permessi

La fine di Margaret: "Morta soffrendo"
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Non aveva le autorizzazioni necessarie lo studio medico della capitale dove è stata operata Margaret Spada, la 22enne siciliana morta tre giorni dopo l'intervento di rinoplastica parziale all'ospedale Sant'Eugenio dove era stata portata in condizioni disperate. Doveva essere un ritocchino per correggere un piccolo inestetismo della punta del naso che le creava disagio, invece si è rivelato fatale o per una reazione allergica all'anestesia o per uno shock anafilattico provocato dalla somministrazione di qualche altra sostanza. L'autopsia effettuata ieri presso l'istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata non ha ancora chiarito le cause della morte, per la quale sono indagati i due titolari dello studio, padre e figlio, Marco e Marco Antonio Procopio. La morte della ragazza per arresto cardiocircolatorio sarebbe avvenuta in un quadro di «sofferenza acuta»: cosa sia stato a provocarla, tuttavia, non è stato ancora accertato con precisione e sarà necessario attendere i risultati degli esami tossicologici e istologici per capire anche cosa le sia stato somministrato.

Oltre all'accusa di omicidio colposo, i due medici chirurghi ne rischiano altre che riguardano profili amministrativi. I carabinieri del Nas sono stati incaricati dal pm Erminio Amelio di accertare se la struttura fosse in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge, se ci fossero i medicinali e le attrezzature per fronteggiare eventuali emergenze. Un nuovo sopralluogo servirà a verificare la presenza del defibrillatore o di strumenti per intervenire in caso di shock anafilattico. Ieri è stato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ad anticipare che lo studio di viale Cesare Pavese dove è stato effettuato l'intervento «non risulta autorizzato per attività procedurali». «Daremo agli investigatori e ai Nas tutte le informazioni. Da una prima analisi non ci risulta un'autorizzazione sanitaria valida. Queste sono le informazioni che ho assunto in via sommaria. Gli uffici stanno approfondendo», spiega il governatore Rocca. Per l'avvocato Domenico Oropallo, che difende Procopio jr, si tratterebbe di un equivoco: la dichiarazione di Rocca si riferirebbe ad un intervento di rinoplastica, ma non si sarebbe trattato di questo. Le indagini chiariranno, ma intanto il governatore un'idea se l'è fatta: «Nel 2008 c'era stata una visita dei Nas che avevano rilevato la mancanza di autorizzazione, poi loro avevano fatto una richiesta nel 2009 comunque per attività medica non invasiva, cioè non potevano fare attività operatorie o chirurgiche anche di piccola entità. E su questo non hanno alcuna autorizzazione».

In ogni casi al momento non sarebbe stata trovata la documentazione necessaria per giustificare l'attività di uno studio con decine e decine di pazienti: né certificazioni, né autorizzazioni, né contabilità, nessun documento, nessuna scheda su pazienti e nessun atto sul lavoro svolto. Nessuna traccia neppure del consenso informato che avrebbe dovuto firmare Margaret e che invece non ha mai ricevuto. Il gip del Tribunale di Roma, intanto, ha convalidato il provvedimento di sequestro preventivo del centro medico alla luce del rischio di reiterazione di reato.

Il magistrato ha anche acquisito il cellulare della ragazza, che sarà analizzato alla ricerca dei contatti con i medici. La giovane aveva preso appuntamento via chat direttamente con Marco Antonio Procopio: i primi accordi risalgono alla scorsa estate e sempre attraverso messaggi aveva inviato l'elettrocardiogramma.

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