Fine di un'era: Briatore cede il Twiga

Accordo con Leonardo Del Vecchio per l'acquisizione del brand e di 4 location

Fine di un'era: Briatore cede il Twiga
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Il Giornale aveva rivelato la trattativa e la trattativa è arrivata alla conclusione: il gruppo Twiga, icona dell'intrattenimento di lusso, passa di mano. Esce Flavio Briatore, ormai rientrato nel circuito della Formula 1, ed entra Leonardo Maria Del Vecchio con la sua società Triple Sea Food.

Del Vecchio, uno degli uomini più liquidi d'Italia, acquista il celeberrimo stabilimento balneare di Marina di Pietrasanta e altre tre location: il Twiga di Forte dei Marmi, la Baia Benjamin, aperta il 7 maggio scorso nell'ultimo lembo incantato di Liguria a ridosso del confine francese, e lo storico Billionaire di Porto Cervo che dal prossimo anno si chiamerà Twiga.

Sabbia, bollicine & spettacolo: nei suoi avamposti Briatore ha inventato un nuovo modo di stare in spiaggia e il format è pronto ora a sposarsi con la ristorazione di altissimo livello disegnata da Del Vecchio junior, figlio di Leonardo, lo scomparso fondatore di Luxottica. In soli 24 mesi il nuovo gruppo si è impegnato su cinque fronti: Vesta Milano, Vesta Forte dei Marmi, Vesta Paraggi, Casa Fiori Chiari Milano e Trattoria del Ciumbia sempre nel capoluogo lombardo.

Ora dall'integrazione fra le due realtà nasce un soggetto ambizioso, posizionato naturalmente nella fascia premium, che dà lavoro a 600 persone per un fatturato di 50 milioni, con prospettive di crescita importanti negli anni successivi.

«Da due anni lavoriamo in questo settore - spiega Del Vecchio, presidente di LMDV Capital a cui fa capo Triple Sea Food - e l'acquisizione rappresenta un altro passo importante. Siamo orgogliosi di aver creato uno dei più grandi gruppi di ristorazione n Italia, consolidando un modello vincente che unisce alta cucina, intrattenimento e design esclusivo».

Ma Del Vecchio va di corsa: altre aperture sono già in programma per il 2025 e il traguardo dei 60 milioni di fatturato è vicino. D'altra parte il giovane imprenditore dispone di un' gruzzolo' di centinaia di milioni che gli permette di immaginare una strategia di lungo respiro e di inserirsi a pieno titolo da protagonista nel fluttuante e affollato mondo della ristorazione tricolore.

Briatore invece sembra concentrato di nuovo sul suo vecchio amore: i motori dei bolidi. In ogni caso, per lui questa stagione volgeva al termine e da tempo cercava qualcuno cui cedere le chiavi del piccolo impero. «Il mio impegno come capo di Alpine Formula One Team - spiega lui - richiede la mia massima attenzione, rendendo necessario un minore coinvolgimento nell' operatività del gruppo». Ma anche Briatore non lascia del tutto i marchi che l'hanno reso famoso ovunque. Anzi: «Continua lo sviluppo internazionale dei brand Billionaire e Crazy Pizza con risultati eccellenti e con l'impegno di collaboratori di grande esperienza e professionalità».

In particolare, Briatore vorrebbe portare il suo inconfondibile e luccicante stile negli Usa. Oggi però consegna a Del Vecchio i suoi asset, dove sono necessari continui investimenti, e fa cassa.

Nelle scorse settimane era circolata la voce che il punto d'incontro fosse stato trovato intorno a una cifra di circa 70-72 milioni, ma al momento non ci sono conferme. Briatore però cedeva in qualche caso anche i muri e le strutture. Inoltre, Twiga e Billionaire sono entrati, pur criticatissimi come capita spesso per le invenzioni di Briatore, nell'immaginario collettivo e sono meta di vere e proprie processioni turistiche, una vera e propria calamita per italiani e stranieri.

In particolare, il Twiga è il tempio della vita notturna in Versilia e le performance canore di Alessandro Ristori, che si esibisce sui tavoli mentre i camerieri tengono fermi i

bicchieri in pericolosa oscillazione, sono diventate oggetto di culto.

Al Twiga, Briatore aveva come socio di minoranza Dimitri Kunz d'Asburgo, compagno di Daniela Santanchè, che alla fine ha trovato la quadra. Ed esce di scena.

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