Roma Meglio i Boschi dell'Alto Adige o i sotto-Boschi della politica romana? Per Maria Elena non ci sono dubbi. La donna simbolo del simbolo del renzismo, che nonostante l'affondamento del governo di Matteo dopo il flop al referendum è rimasta al governo pure con Gentiloni, la politica che pur tirata in ballo per il gran pastrocchio di Banca Etruria non ha visto vacillare il suo posto, e ha pure guadagnato una conferma senza patemi in Parlamento grazie a un collegio sicurissimo - Bolzano - e al paracadute degli alleati della Svp giura, appunto, che lei di partite a scacchi, in questo momento tanto delicato per i dem, non ne sta giocando nemmeno una.
L'aveva già detto quando si era fatto il suo nome come possibile capogruppo Pd nella nuova legislatura o, addirittura, presidente della Camera. Aveva subito dettato una nota per ribadire di «non essere interessata» a quei ruoli, e «pregando» poi «cortesemente di non tirare in ballo il mio nome per ruoli cui non aspiro». E ieri il bis. Di fronte alle indiscrezioni apparse sulla stampa che vogliono la Boschi impegnata a «combattere» per conto di Renzi la «battaglia sui capigruppo», puntando tutto e soprattutto sulla conferma di Ettore Rosato come presidente dei dem a Montecitorio, la sottosegretaria rompe il silenzio prudente scelto dal giorno del voto, quando ha parlato - via twitter - praticamente solo per ringraziare gli elettori bolzanini, senza una parola sullo tsunami che ha travolto il suo partito. Ma appunto, l'altro tema sensibile è quello del suo presunto ruolo, evidentemente da smentire a tutti i costi, tanto da affidarsi a note e precisazioni. L'ultima, appunto, porta la data di eri, quando Maria Elena si è lamentata definendo il «mio presunto costante presidio del Nazareno che mi vedrebbe chiusa alla sede del Pd notte e giorno» come una «notizia falsa, che si aggiunge a quelle già smentite nei giorni scorsi sul mio interesse per vari ruoli di partito e istituzionali». La donna che aveva lavorato in stanza con il suo segretario-mentore alle candidature (compresa la sua, blindatissima) ora si vede, insomma, «costretta a ribadire che il mio impegno negli ultimi giorni è stato solo quello di fare il mio lavoro a Palazzo Chigi e raggiungere già ieri il mio collegio a Bolzano per ringraziare chi mi ha sostenuto».
L'attrazione per i boschi altoatesini, insomma, secondo lei sarebbe prevalente su tutto. Nonostante in tanti continuino a indicarne un ruolo sottotraccia ma centrale in questi momenti di difficilissima diplomazia in atto all'interno del partito democratico, tanto che lei per prima avrebbe insistito con Renzi affinché il segretario uscente non lasciasse l'incarico, nonostante il tracollo subito alle urne. E così, appunto, ecco la lontana colonia protetta di Bolzano diventare rifugio e alibi, come nell'ultimo tweet, venerdì mattina, nel quale la sottosegretaria sembra voler rimarcare in maniera palese di essere defilata dai giochi della capitale, distante anche fisicamente da via del Nazareno e dalle trame tessute in queste ore.
Assente a Roma, giura, mentre in Alto Adige «sarò presente spesso, perché mi piace impegnarmi e fare le cose sul serio». E in una terra con 337mila ettari di boschi (metà del territorio), forse Maria Elena spera di riuscire a dare meno nell'occhio.
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