Il lavoro del governo per il Pnrr procede «benissimo». Il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto seda le polemiche emerse negli ultimi giorni sui ritardi accumulati nella road map e sul rischio di dover rinunciare a parte dei fondi europei. Una risposta indiretta alle opposizioni, che insistono perché l'esecutivo riferisca in Aula, ma soprattutto l'Europa che ha concesso a Roma un altro mese per chiarire su tre nodi finiti nel mirino e da cui dipende la terza tranche da 19 miliardi.
Sul Pnrr nel governo e nella maggioranza «si procede benissimo, senza alcuna difficoltà. Sento cose che non esistono», ha aggiunto Fitto minimizzando le distanze con la Lega che di recente ha suggerito di rinunciare a una parte dei fondi. E respingendo le critiche che attribuiscono i ritardi sul Piano alle modifiche alla governance apportate dal decreto Pnrr in discussione al Senato: «Leggo da molte parti che aver modificato la governance ha comportato ritardi. Mi permetto di sottolineare che il decreto deve ancora entrare in vigore». Quello che sta facendo il governo è «prendere atto di cosa è possibile e cosa impossibile fare», spiega Fitto: dove ci sono elementi di criticità, «bisogna ragionare serenamente», puntando a una «collocazione dei progetti in programmi dove non rischiano di perdere il finanziamento».
L'idea è quella di procedere con una «visione complessiva», ragionando parallelamente sul Pnrr e sulle politiche di coesione che hanno un orizzonte temporale più lungo e senza scadenze ravvicinate, spiega il ministro, ricordando che la possibilità di modificare il piano è nel regolamento, ma nessuno poteva prevedere il conflitto ucraino e la crisi energetica.
Alle opposizioni che tornano in pressing perché il governo chiarisca in Aula, Fitto ribadisce la propria disponibilità: «Stabilirà il Parlamento quando». L'occasione potrebbe comunque essere già la prossima settimana quando il dl Pnrr approderà in Aula a Palazzo Madama. Rassicurazioni sull'avanzamento del Piano arrivano intanto anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci: «Per quanto riguarda la sanità rispetteremo tutti i tempi». Sul tema però iniziano a farsi sentire anche i governatori: il presidente dell Lombardia Attilio Fontana propone di spostare le risorse di chi non è in grado di fare le opere «a chi ha già i progetti e potrebbe realizzarli». E mentre Forza Italia sottolinea che «i soldi vanno spesi e spesi bene», per il Pd la maggioranza è nel caos.
Intanto arriva il primo via libera al decreto Pnrr, che riscrive la governance del piano. Il provvedimento è stato licenziato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama e approderà in Aula il 12 aprile. Molte le novità entrate nel testo durante l'esame al Senato, tra cui, attraverso una proposta bipartisan, la possibilità per gli enti locali di stabilizzare i precari assunti a tempo determinato con contratti biennali nell'ambito di una serie di progetti Ue.
Via libera anche a un emendamento del governo sull'accelerazione dei pagamenti della Pubblica amministrazione come all'estensione della possibilità di un incarico retribuito ai vertici della Pa per personale in pensione fino al 2026. Completano il quadro alcune misure per le rinnovabili, lo Spid, la riforma Cartabia e per destinare 41 milioni al polo siderurgico di Piombino tra il 2025 e l'anno successivo.
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