Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo. É la prima volta che un ruolo simile viene affidato a un esponente dell'opposizione in Ue. L'operazione messa in campo da Palazzo Chigi incassa così una casella chiave nel neo governo continentale. Che per l'Italia vale doppio, se non triplo. L'ha chiarito Von der Leyen, rispondendo ieri a chi provava, nel botta e risposta con i giornalisti, a scorticare la sua scelta giudicata azzardata da due dei suoi gruppi-supporter: socialisti e liberali.
Nella solidità tedesca, e con l'abito di chi aveva già rimesso al suo posto compagini come quella francese di Macron, demolite alle urne, la presidente della Commissione europea ha ricordato che l'Ecr ha 2 vicepresidenze all'Eurocamera; e pur non avendo avuto i suoi voti, considera utile coinvolgere i conservatori di Meloni nel processo decisionale, tenendo conto anche del sostegno del Ppe a Fitto e del ruolo dell'Italia annoverata tra i Paesi fondatori dell'Ue.
A far storcere il naso agli avversari dell'Ecr, sono i poteri che la delega di Fitto porta in dote: Coesione e Riforme, e un super-budget. La Coesione in sé vale oltre 378 miliardi per il 2021-2027 (di cui circa 43 per l'Italia), senza contare il futuro ciclo ancora da definire con i 27, che sarà simile. Per l'Italia, e per il Mezzogiorno, un portafoglio di interesse nazionale primario, secondo fonti di governo. La dimensione regionale sta infatti assumendo un ruolo sempre più importante e si prevede che i 378 miliardi si tradurranno in 545 miliardi di investimenti. Niente cappello in mano, insomma. Ma competenze e proposte. E peso effettivo della delega.
Fitto ha infatti pure in carico il controllo e l'attuazione dei Piani di ripresa e resilienza (Pnrr), con il commissario all'Economia Dombrovskis. Ma al contrario di quanto accaduto a Gentiloni, la cui delega era sotto la guida del vicepresidente esecutivo (che era proprio Dombrovskis), nel caso di Fitto non ci sono supervisioni, se non quella di Ursula. Che gli ha chiesto di concentrarsi sull'implementazione del Next Generation EU. Finora la gran fetta del Pnrr è andata all'Italia: 114 miliardi; gli altri chiesti finora da altri sono 152. La vera forza è però la Coesione, che raggruppa in sé diversi portafogli. Non a caso ieri è arrivato il plauso della Coldiretti. E l'auspicio che Fitto possa contribuire a un cambio di passo sulle politiche Ue anche per il settore agricolo. La vicepresidenza esecutiva affida infatti all'italiano pure la supervisione del lavoro del Commissario all'Agricoltura. Poi turismo e blue economy. Altre deleghe si intersecano con la sua. Ruolo centrale. Decisioni collegiali, ma input fra le sue mani. Starà all'esperto profilo «democristiano» far combaciare il tutto. Economia, sociale, territorio, produttività. Siamo solo all'inizio del percorso. A Strasburgo ieri si diceva che non ci sarà un altro «caso Buttiglione», nel 2004 bocciato per sua uscita sull'omosessualità. Audizioni a ottobre e «scudo» di Ursula a blindare Raffaele: «Credo che l'equilibrio sia ottimo», ha tagliato corto, e con politiche industriali affidate al francese Séjournè già influenzate non poco dal rapporto redatto da Draghi.
Fitto, 55 anni, ringiovanisce anche l'anagrafe nella storia della presenza
tricolore in Commissione. L'età media da 57 anni si abbassa. Con la sua nomina siamo lo Stato membro che ha ottenuto più posizioni chiave dal '58 ad oggi: 2 presidenze (Malfatti nel '70 e Prodi nel '99) e 13 vice presidenze.
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