Intanto c'è una questione di fondo a dividere il centrodestra dal governo. La manovra economica, così come è stata pensata, non va bene. Meloni, Tajani e Salvini sono concordi nel sottolineare che è l'impianto stesso della manovra a non portare il Paese nella giusta direzione. «Siamo preoccupati da come si sta sviluppando questa manovra» spiega la leader di Fratelli d'Italia nel corso della conferenza stampa che i leader della coalizione di centrodestra hanno tenuto ieri al Senato per pubblicizzare le loro proposte economiche in vista del varo della legge finanziaria. «Aumenteremo il deficit dell'1,3% per far salire il Pil di meno della metà - spiega la Meloni -. Il che vuol dire che i provvedimenti non impattano sulla crescita perché si sprecano miliardi di euro in bonus inutili e improduttivi».
Da qui è facile arrivare, come suggeriscono i big della coalizione, a una manovra che per aiutare il Paese a muoversi verso una crescita economica deve innanzitutto difendere il lavoro le imprese e sostenere i più fragili.
Anche il voto favorevole allo scostamento di bilancio di due settimane fa va letto in questa direzione. Lo conferma Antonio Tajani che cita la lettera di Silvio Berlusconi pubblicata ieri dal Corriere della Sera. «Come spiega sul Corriere, noi siamo coerenti con ciò che abbiamo fatto qualche giorno fa, votando a favore dello scostamento di bilancio. Ora vogliamo, con le nostre proposte - spiega Tajani -, che quei soldi servano ad aiutare quella parte d'Italia che non è sufficientemente tutelata: pensiamo alle partite Iva, ai commercianti, ai liberi professionisti, agli artigiani». Il vicepresidente di Forza Italia stima tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro lo stanziamento necessario per alleggerire la pressione che grava su queste stesse categorie che non sono state abbastanza tutelate nei mesi scorsi. «Serve anche maggiore attenzione ai giovani - aggiunge la sua collega di partito Anna Maria Bernini -, che sono i grandi dimenticati, alla loro crescita formativa e alle scuole paritarie, risorsa preziosa per garantire una didattica il più possibile regolare se non fossero penalizzate dal governo per ragioni ideologiche». Nella proposta del centrodestra figura infatti un aumento dei contributi per le scuole paritarie e il kit digitalizzazione (comodato d'uso gratuito per un anno di tablet per le famiglie meno abbienti).
Restando nel dettaglio delle proposte i leader della coalizione annunciano misure precise. Saranno proposti, dicono, emendamenti per sostenere le imprese e la liquidità del sistema-Italia. Emendamenti che prevedono l'esonero contributivo per i lavoratori autonomi titolari di partita Iva nella misura massima del 100% (a condizione che l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del 2020 sia calato almeno del 33% rispetto all'anno precedente). Un altro obiettivo è l'introduzione della flat tax al 20% per imprese e professionisti che hanno conseguito ricavi o compensi tra 65.001 euro e 100mila euro (dando corso così alla riforma stoppata dal governo giallorosso). Infine, si chiederà la riduzione delle ritenute sui redditi da lavoro autonomo dal 20 al 10%. Allo stesso modo, altri emendamenti proporranno l'abrogazione di plastic e sugar tax (proposta che ha già registrato il placet del partito dei renziani) e il potenziamento del fondo di garanzia per le pmi, innalzando l'importo dei finanziamenti a 50mila euro con una durata di 30 anni.
Per sostenere la creazione di posti di lavoro si proporrà il «contratto di espansione» e la riduzione dell'Ires alle imprese che effettuano nuove assunzioni. Altro tema sul quale il centrodestra si batterà è una proroga del superbonus al 110% per le ristrutturazioni.
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