Anche il Fondo monetario internazionale adesso si accoda ai tanti buonisti che legano la scarsa partecipazione al lavoro e l'invecchiamento della popolazione - due emergenze che effettivamente rischiano di affossare le economie avanzate e i loro sistemi di welfare - alla necessità di aprire le porte ai migranti. Per gli analisti Washington le recenti ondate migratorie dovrebbero essere considerate dagli stessi Paesi, che in questi ultimi anni si sono visti costretti a ospitare centinaia di migliaia di stranieri, una "manna" dal cielo. Un monito che viene rivolto in primis all'America di Donald Trump, alle prese con l'imponente immigrazione dal Messico, e all'Unione europea che, dopo le guerre in Libia e in Siria, è stata letteralmente presa d'assalto sia dal vicino oriente sia dal Nord Africa.
Il Fondo monetario internazionale ha infinato questo suggerimento in uno dei capitoli analitici del World economic outlook del Fondo monetario internazionale. Secondo l'organizzaazione economica, che ha sede a Washington, "a meno che la tecnologia non consenta sorprendenti guadagni di produttività", i Paesi più ricchi dovrebbero "ripensare le politiche sull'immigrazione per accrescere il tasso di partecipazione al mercato del lavoro, insieme a politiche per incoraggiare i lavoratori più anziani a rinviare il pensionamento". Nella loro relazione, tuttavia, i tecnici del Fmi non nascondono i problemi che una "rivoluzione" del genere potrebbe provocare. Eppure sembrano non nutrire alcun dubbio: "Sebbene accogliere migranti può porre sfide, fino a provocare potenzialmente contraccolpi politici, può anche rivelarsi una manna per chi apre le porte del proprio mercato del lavoro". "La migrazione netta - osserva ancora l'Fmi nel World economic outlook - ha contato per quasi metà della crescita della popolazione negli ultimi tre decenni e può alleviare il peso dell'invecchiamento della popolazione e contribuire ad altri guadagni di lungo termine, come una maggiore crescita e una maggiore produttività".
Il report del Fmi si va a schiantare con un recente studio della Banca d'Italia, condiviso da analisti ed esperti e, soprattutto, pubblicato da Repubblica. "Lapporto degli immigrati - si legge - in termini di lavoro non sarà più sufficiente a risollevare il prodotto interno lordo". Lo spartiacque è il 2041. Allora il trend non sarà affatto positivo. Con il tempo gli stranieri "tendono ad assumere i comportamenti degli italiani e quindi a fare meno figli".
Insomma, si legge nel report di via Nazionale, "l'immigrazione sta cominciando a frenare". Lo studio, va detto, è stato fatto soltanto sull'Italia. Ma è sufficiente a sfatare i moralismi degli economisti di Washington.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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