Focolai a Milano e Roma. I colpi di coda del Covid

Preoccupano malgrado siano sotto controllo i cluster del Niguarda e dell'Irccs San Raffaele

Respiratori in un reparto di terapia intensiva
Respiratori in un reparto di terapia intensiva

Preoccupano ma sono sotto controllo i due focolai di Covid-19 scoppiati al Niguarda di Milano e all'Irccs San Raffaele di Roma. Il primo è stato intercettato nel reparto di Oncoematologia dell'ospedale lombardo, dove su un totale di 190 operatori sono risultate positive 11 persone, tra cui alcune coppie di conviventi. Tutto è partito di recente, da alcuni specializzandi che avrebbero trasmesso l'infezione a medici, infermieri e operatori.

Contagi che non erano emersi dalla campagna di test sierologici a cui è stato sottoposto il personale sanitario della struttura un paio di settimane fa. È stata disposta la sanificazione degli ambienti, spostando i pazienti in altri reparti. edia regionale. Una situazione ora gestibile mettendo in quarantena gli infetti prima della comparsa dei sintomi e risalendo alla catena dei contatti dei positivi. Come si sta facendo a Roma per arginare il focolaio del San Raffale alla Pisana che venerdì ha fatto impennare la curva dei contagi del Lazio, dopo settimane di dati incoraggianti. Ieri ai 41 casi iniziali di positività, se ne sono aggiunti altri 14 (dei 23 complessivi registrati nella regione) riconducibili alla struttura specializzata in riabilitazione. Si tratta di pazienti che dopo alcuni giorni dalle dimissioni hanno sviluppato la positività. «I decessi sono stati 3, mentre continuano a crescere i guariti che sono stati 65 nelle ultime 24 ore e complessivamente raggiungono le 4.515 unità», ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, commentando i casi nel Lazio.

I due cluster a Milano e a Roma portano le due regioni in testa alla classifica delle regioni con il maggior numero di nuovi casi registrati ieri. La Lombardia registra 192 casi (52 in provincia di Bergamo, 43 in quella di Milano), più di due terzi del totale nazionale di 283, e dietro c'è il Lazio con 23. Colpisce il basso numero di tamponi refertati per un giorno feriale: 55.003, quando a fine maggio se ne facevano oltre 70mila al giorno. L'indice di contagio resta abbondantemente sotto all'1 per cento (0,51 per cento). Anche in questo caso è un'Italia a due velocità. Da un lato c'è la Lombardia dove sono stati contabilizzati 9.848 tamponi e il tasso di contagio è dell'1,94 per cento, dal lato il resto dell'Italia dove i 91 casi su 45.155 test porta a un tasso dello 0,20 per cento, quasi dieci volte inferiore a quello della regione più colpita.

Il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 235.561, e il numero degli attualmente positivi è di 32.872, con una decrescita di 1.858 assistiti rispetto a lunedì. Tra essi 263 sono in cura presso le terapie intensive (-20 su lunedì), 4.581 ricoverati con sintomi (-148) e 28.028 in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi (-1.690).

I deceduti sono 79 ma il numero è gonfiato dai 32 decessi dell'Abruzzo che si riferiscono a giorni precedenti contabilizzati ieri. Il totale è di 34.043. In Lombardia 15 morti. Il numero di dimessi e guariti è di 168.646, con un incremento di 2.062.

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