Difficile sapere se sia nata prima la trattativa sui detenuti americani in Russia (e Bielorussia) o quella per cessare la guerra in Ucraina. Fatto sta che i due filoni procedono spediti in parallelo. Dopo la liberazione dell'insegnante americano Marc Fogel, tornato a casa dopo quasi 4 anni di detenzione in Russia per aver portato con se marijuana a scopo terapeutico, un altro cittadino americano è stato rilasciato con altre tre persone. Tutti erano detenuti in Bielorussia, che si conferma quindi Stato scendiletto della Russia, in quella che la Casa Bianca ha definito «una scelta unilaterale» di Minsk. In cambio, Washington ha rimesso in libertà il cyber criminale russo Alexander Vinnik, accusato di riciclaggio di denaro tramite la sua piattaforma di scambio di criptovalute Btc-e, e arrestato in Grecia nel 2017 su richiesta degli Usa. L'uomo si era dichiarato colpevole di cospirazione per riciclaggio di denaro ma sostenendo di essere un semplice operatore
Decisivo in questo filone di trattative è stato l'inviato speciale del presidente Trump Steve Witkoff, volato a Mosca a bordo del suo aereo privato per trattare la liberazione di Fogel, e che secondo indiscrezioni avrebbe parlato per 3 ore e mezza con Vladimir Putin, preparando anche il terreno per la telefonata di Trump di ieri. «Non è una svolta nelle relazioni bilaterali ma è certamente un passo avanti verso un intensificarsi del dialogo. L'accordo sullo scambio di cittadini è preceduto da negoziati scrupolosi fra le agenzie coinvolte», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov invece non ha voluto approfondire la questione limitandosi a dire che «tali contatti amano il silenzio» mentre Washington «si è affrettata ad annunciare il rilascio» senza quindi rispettare gli accordi di riservatezza. Ma facendo intendere che il dialogo non solo è ripreso ma che prosegue proficuamente.
Intanto Fogel è rientrato la notte scorsa e ha incontrato Donald Trump alla Casa Bianca. «Mi sento l'uomo più fortunato della Terra in questo momento», ha detto l'insegnate, esprimendo la sua gratitudine al presidente verso cui «sarà per sempre in debito». Stava scontando una condanna a 14 anni di carcere perché atterrato a Mosca con della marijuana, prescritta da un medico.
A dicembre era stato indicato dall'amministrazione di Joe Biden come «detenuto ingiustamente» ma la svolta è arrivata soltanto con l'amministrazione Trump. Che prosegue la sua fitta rete di contatti e trattative su più livelli.
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