Trecentoventisette persone consultate via Internet dal ministero dell'Ambiente hanno deciso che il prezzo del gasolio alla pompa presto aumenterà. Non è uno scherzo, ma l'ultima follia della democrazia diretta tanto cara ai grillini. Non il Parlamento, non il governo e neppure un comitato di economisti qualificati, bensì un sondaggio che ha coinvolto lo 0,0005% degli italiani può decidere o comunque condizionare la politica fiscale del Paese.
Lasciamo perdere che avevano giurato di abbassare le tasse - le accise sui carburanti sono una tassa - e facciamo finta che nessuno sappia che il prezzo del carburante, soprattutto quello del diesel, contribuisce in maniera importante al prezzo finale dei beni di consumo, perché in Italia tutto si sposta su gomma; insomma, anche senza entrare nel merito, stupisce il metodo e la demagogia sottostante, un mix tra gretismo e cretinismo.
E furbismo, cioè l'arte di illudere la gente che si abbassano le tasse ma contemporaneamente infarcire la vita quotidiana di tutti noi con una miriade di balzelli, ognuno dei quali apparentemente insignificante, ma che tutti insieme alla fine pesano quanto una vera e propria stangata sui bilanci di aziende e famiglie. Del resto in tutto questo c'è una certa coerenza. Se la politica economica di questo governo non punta allo sviluppo ma all'assistenzialismo, è ovvio che da qualche parte i soldi vadano recuperati, e l'unico metodo noto è quello di elevare la pressione fiscale. Con una mano distribuisco il reddito di cittadinanza e la cassa integrazione, con l'altra frugo nelle tasche dei contribuenti. Come? Semplice, aumento le tasse sui consumi non eliminabili, vedi le accise sul diesel, e autorizzo i Comuni a fare cassa ampliando a dismisura, e con criteri demenziali, la possibilità di multare gli automobilisti.
Quando sosteniamo che questo governo è una sciagura, non lo diciamo per partito preso. No, questo governo è quanto di più lontano possa esistere dall'idea, la nostra, di uno stato liberale che certo non affiderebbe a 327 persone (chissà poi come sono state scelte) la decisione di aumentare una tassa.
So che non è bello e forse neppure serio, ma se tra due settimane oltre che perdere le elezioni regionali questi perdessero anche il referendum sulla stupida riduzione dei parlamentari, ecco che si aprirebbero nuovi scenari. E il prezzo del diesel, sono certo, non aumenterebbe.
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